ilsole24ore.com, 10 luglio 2025
Prezzi del burro record: in Europa scorte a rischio, preoccupazione anche in Italia
«Ci saranno mesi con livelli di servizio leggermente inferiori, durante i quali non riusciremo a tenere il passo con le richieste di burro da parte dei consumatori».
La dichiarazione a Les Echos di Jean-Marie Le Bris, direttore dei prodotti largo consumo di Laïta, una delle principali cooperative lattiero-casearia di Francia, prefigura scenari inquietanti per gli amanti della patisserie e delle brioches d’Oltralpe.
Come per caffè, cacao, nocciole, i prezzi del burro destinato all’industria sono alle stelle e – nel periodo dell’anno che segna del picco produttivo – le scorte rimangono al minimo (a fronte di una richiesta pressochè stabile). Un fenomeno che va avanti da qualche anno tanto che la Francia, potenza lattiero-casearia, è diventata importatrice del prodotto, con 210mila tonnellate di burro e 19 mila tonnellate di burro concentrato solo nell’ultimo anno, ovvero oltre i due terzi della produzione nazionale.
Il problema non riguarda soltanto la Francia ma, come in tutte le catene di forniture, è estremamente generalizzato.
A giugno scorso il burro ha toccato un nuovo massimo storico. Lo conferma l’indice dei prezzi lattiero-caseari della Fao (aggiornato al 4 luglio scorso) aumentato dello 0,5% a giugno, rispetto al mese precedente. Colpa delle scarse forniture in Oceania e nella Ue, cui fa da contraltare una forte domanda da parte dell’Asia. Solo nell’ultimo anno in Cina la domanda è aumentata del 6%, a Taiwan del 4%, in India, il maggiore consumatore mondiale di burro, del 3%