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 2025  luglio 09 Mercoledì calendario

Salute mentale sottofinanziata

È stato depositato in Senato il disegno di legge n.1179 “Disposizioni in materia della salute mentale”, sottoscritto da un gruppo di senatori di Fdi che cerca di riproporre l’organizzazione dei dipartimenti di salute mentale con le sue molteplici articolazioni, dagli interventi ambulatoriali e domiciliari ai ricoveri per le situazioni psichiatriche di emergenza fino alla psichiatria carceraria. In realtà il disegno di legge non introduce particolari cambiamenti nel campo dell’assistenza psichiatrica, che come è ben noto versa in condizioni disastrose: carenza gravissima di personale medico e infermieristico, addirittura qualche tempo fa i direttori dei dipartimenti avevano parlato della mancanza di circa 10.000 operatori. È inevitabile che medici, psicologi e infermieri siano letteralmente travolti dalle richieste di cura, che si sono moltiplicate soprattutto da parte degli adolescenti e dei giovani dopo la pandemia da Covid. Di fronte a questa marea montante di richieste gli operatori sono sottoposti a uno stress e a un burn-out, che compromette il loro stato mentale anche perché non sono in grado di organizzare adeguatamente gli interventi terapeutici, costretti spesso a limitarsi alle prescrizioni degli psicofarmaci.
In campo psichiatrico da una logica manicomiale si è passati a una organizzazione più complessa che avrebbe dovuto rispondere a problemi molto variegati, non più soltanto le gravi patologie psichiatriche ma anche le nuove patologie che interessavano soprattutto i giovani, come le tossicodipendenze, i disturbi alimentari, i disturbi di personalità che richiedono interventi farmacologici, psicoterapici e a volte di comunità. Ci troviamo in una fase scientifica della psichiatria che riconosce i vari quadri clinici e imposta trattamenti differenziati e complessi, come è successo alla medicina internistica nella quale si è passati dal salasso, provvedimento che valeva per tutte le patologie e senza nessuna base scientifica, alle varie specializzazioni mediche.
Di fronte a questa situazione quanto mai allarmante per i pazienti, per i familiari e per gli stessi operatori psichiatrici il disegno di legge si limita a stanziare 90 milioni per effettuare interventi di screening in campo infantile, di cui non si capisce l’utilità non essendo chiare le finalità se si tratta di prevenzione secondaria oppure di diagnosi precoce. Pur riconoscendo nella relazione introduttiva che gli stanziamenti per l’assistenza psichiatrica sono assolutamente inadeguati attorno al 3% del Fondo sanitario nazionale, tenendo presente che negli altri paesi europei come la Germania e la Gran Bretagna si aggirano attorno al 10%, ci si limita a un investimento che rischia di finire in mille rivoli.
Occorre affrontare seriamente il sottofinanziamento dell’assistenza psichiatrica che attualmente di aggira attorno ai 4 miliardi l’anno e raggiungere il 5% del Fondo sanitario nazionale come era stato auspicato nel 2001 dai presidenti delle Regioni in modo da poter investire almeno 6 miliardi l’anno e procedere alle assunzioni necessarie per coprire almeno i vuoti dei pensionamenti. Ancora più problematica è l’area della neuropsichiatria infantile che dovrebbe occuparsi non solo delle difficoltà psicologiche e di apprendimento dei bambini e anche delle disabilità intellettive e motorie. Vi è poi l’ambito dell’adolescenza che richiede particolari cure e interventi qualificati sul piano psicoterapico dal momento che stiamo assistendo a un forte aumento di stati di ansia, di depressioni, disturbi alimentari e tentativi di suicidio. I servizi di neuropsichiatria Infantile sono ulteriormente sacrificati nell’assistenza psichiatrica avendo dei finanziamenti fra lo 0,3 e lo 0,5% della spesa sanitaria.
Ci saremmo aspettati che un disegno di legge sulla salute mentale avrebbe affrontato questi nodi che soffocano i servizi psichiatrici, sottolineando la necessità di procedere alle assunzioni di medici, psicologi e infermieri e di favorire la formazione continua degli operatori resa necessaria dai continui avanzamenti scientifici in questo campo.
Vale la pena ricordare che investire fin dai primi anni vita in modo da fornire servizi e opportunità curative non solo previene la comparsa dei disturbi psichici negli anni successivi, addirittura ha una notevole ricaduta economica come ha documentato l’economista Premio Nobel James Heckman.