la Repubblica, 8 luglio 2025
“Sono gli amici di Putin a volermi sfiduciare”. Von der Leyen sfida i sovranisti
«Non dimenticherò mai le tragiche immagini dei camion militari che attraversavano Bergamo di notte. Ricordo tutte quelle volte in cui sembrava che non ci fosse luce alla fine del tunnel». Ursula von der Leyen si è difesa così nel dibattito sulla mozione di censura (di fatto una sfiducia) presentata da una parte dell’Ecr, i conservatori di cui fa parte anche Fratelli d’Italia, e appoggiata con convinzione dai Patrioti, il gruppo sovranista cui è iscritta la Lega. E questa parte del discorso – la mozione si riferisce al cosiddetto Pfizergate sui rapporti tra von der Leyen e la società farmaceutica ai tempi della pandemia – sembra una risposta in primo luogo ai lumbard.
Von der Leyen, nell’emiciclo di Strasburgo, ha attaccato alzo zero la destra: «Assistiamo alla minaccia allarmante dei partiti estremisti e ci sono ampie prove che molti sono sostenuti dai nostri nemici e dai loro burattinai in Russia, dagli apologeti di Putin». Quindi ha avvertito che non accetterà «una caccia alle streghe» perché «non è un segreto che fossi in contatto con i massimi rappresentanti delle aziende produttrici dei vaccini ma mai questi contatti sono stati inappropriati». «Una mozione di censura – ha risposto il promotore, il vicepresidente romeno del gruppo Ecr, Gheorghe Piperea – è uno strumento per rafforzare la democrazia: non è un problema, è una soluzione, a favore della trasparenza».
Resta il fatto che la mossa dell’esponente dei conservatori, sta mettendo in difficoltà in primo luogo il dialogo cercato tra il Ppe e i conservatori dell’Ecr per non dipendere sempre dai voti socialisti. E ha conseguenze anche sulle alleanze italiane: perché sia la nostra maggioranza che l’opposizione si spaccheranno al momento del voto giovedì prossimo. Nel centrodestra ci sarà il sì della Lega, il no di FdI e Forza Italia. Nel centrosinistra il voto a favore del Movimento 5 Stelle e quello contrario del Pd. Una situazione che sta facendo irritare in particolare la premier italiana che non vuole rompere la buona relazione con l’inquilina di Palazzo Berlaymont. Difficilmente, comunque, che la mozione passi (servono i due terzi dei votanti che rappresentino almeno la maggioranza assoluta dei 720 europarlamentari).
«A Putin sicuramente fa piacere quello che fanno qui i suoi amici. Ma perché il PiS polacco si unisce ora a questa alleanza filo-russa?», si domanda il presidente dei popolari Manfred Weber, cercando così di correre ai ripari. E infatti la capogruppo di S&D, la spagnola Iratxe García Pérez, confermando che i socialisti non voteranno la mozione, ha chiesto: «Il Ppe con chi vuole governare? Con chi intende distruggere l’Europa?». E poiché nei giorni scorsi i socialisti avevano già ammonito che lo slittamento a destra della Commissione stava creando problemi e la possibilità di spaccare la maggioranza europeista, S&D fa sapere che se von der Leyen non lancerà segnali precisi, allora l’astensione potrebbe essere un’opzione. E in effetti la presidente della Commissione sta cercando di ricucire i rapporti con Pse e Liberali. “Salvarsi” solo grazie all’astensione sarebbe un ulteriore indebolimento. Oltre al fatto che molti la accusano di essersi isolata.
«Ursula von der Leyen – ha insistito Sandro Gozi di Renew – ora scopre chi sono davvero i conservatori dell’Ecr, benvenuta nella realtà. È stata lei, insieme a Weber, ad aprirgli le porte». La difficoltà è chiara nelle parole del capogruppo italiano di Ecr Procaccini: «Parlo a nome dei due terzi dei colleghi dell’Ecr che non hanno sottoscritto la mozione. Non perché non condividessero alcuni dei motivi di censura presenti nel testo ma perché, come me, ritengono questa mozione un errore, un grande regalo ai nostri avversari politici». Per i 5Stelle invece, «la mozione di censura a Ursula von der Leyen è un regolamento di conti nella destra ma confermeremo il nostro voto di sfiducia al Parlamento europeo».