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 2025  luglio 08 Martedì calendario

Niente bilinguismo sul francobollo, la gaffe tra Roma e Bolzano evitata in extremis

Il bilinguismo dell’Alto Adige rimane un tema non metabolizzato per i Fratelli d’Italia, eredi della cultura del Msi, oggi alla guida del ministero dell’Industria e Made in Italy. Un’emissione di francobolli dedicati al panorama naturale e paesaggistico italiano, seguita dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto, FdI, è stata sospesa in extremis dal ministro Adolfo Urso quando ha scoperto che due francobolli dedicati ad altrettante vette celeberrime delle Dolomiti nel versante altoatesino, il Latemar e il Rosengarten, non rispettavano il bilinguismo.
Urso ha evitato per un pelo una clamorosa gaffe istituzionale. Nella stessa serie, il francobollo che magnifica la vetta del Cervino, in Val d’Aosta, è correttamente nelle due lingue italiana e francese, e così anche la scheda di presentazione firmata dal presidente della Regione, Renzo Testolin. Non accadeva lo stesso, invece, per i monti altoatesini. Anzi, il nome stesso del secondo monte era riportato solo nella versione italiana (Catinaccio), meno nota di quella tedesca (Rosengarten). Anche la scheda di presentazione del francobollo era solo in italiano e non anche in tedesco, a differenza del caso valdostano. E curiosamente era firmata da tre sindaci e non dal presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, il quale ci era rimasto malissimo: «Non ho seguito la procedura – commenta – e non so se ignorare il nostro bilinguismo sia stata una svista o una decisione ponderata, ma di certo sono dispiaciuto. Non è stata una decisione corretta».
Diventeranno un caso nella storia della filatelia, alla fine, questi due francobolli. Il ministero ha spiegato così lo stop imposto da Urso: «La decisione è stata assunta a seguito di un’anomalia riscontrata dal Mimit nei francobolli dedicati ai monti del Gruppo del Catinaccio delle Dolomiti e del Gruppo del Latemar, situati nella regione Trentino-Alto Adige, risultati privi delle diciture bilingue italiano-tedesco previste per tale territorio in conformità a quanto sancito dall’articolo 6 della Costituzione italiana e alle normative vigenti».
Si intuisce una certa opacità burocratica nella gestione di questi francobolli ed è stata avviata un’indagine interna per capire dove si è annidato l’errore. «Sentiti i proponenti (i tre sindaci Thomas Pardeller di Nova Levante, Bernhard Daum di Nova Ponente, e Albin Kofler di Cornedo all’Isarco?), i francobolli erano stati predisposti dall’Istituto Poligrafico e successivamente approvati dalla Commissione nazionale filatelica. Nel confermare il proprio impegno per la valorizzazione delle identità locali, anche sotto il profilo linguistico, il Ministero ha incaricato la Commissione filatelica di condurre una verifica per accertare eventuali omissioni nell’iter approvativo del francobollo e di avviare la realizzazione di nuovi bozzetti conformi alle disposizioni sul bilinguismo».
Può sembrare poca cosa, la distrazione su un francobollo. Ma la dice lunga sui messaggi istituzionali che un governo lancia al mondo. Già, perché i francobolli ormai servono sempre meno a far viaggiare le lettere, e sempre più sono oggetto del desiderio dei collezionisti nazionali e internazionale. E siccome il diavolo sta nei dettagli, era vanto del nostro Paese omaggiare il bilinguismo e con sé il rispetto delle minoranze. A scorrere il bollettino delle emissioni, ad esempio, si nota come nel febbraio scorso sia stato emesso un francobollo della serie Eccellenze del patrimonio culturale italiano «dedicato a Nova Gorica-Gorizia, emissione congiunta con la Repubblica di Slovenia». Dice l’ex senatore Carlo Giovanardi, membro della Consulta filatelica che dovrebbe proporre e approvare i bozzetti, il primo a segnalare l’anomalia: «In genere siamo sempre molto attenti al bilinguismo, che è un punto di forza dell’Europa».
C’era stato un caso quando nel 2020 le poste croate avevano emesso un bel francobollo dedicato a una località dell’Istria con la sola denominazione croata “Rovinj”.
Giovanardi fece appello all’ambasciatore in Italia, Jasen Mesic, e ci fu come immediata e positiva risposta una nuova tiratura dello stesso francobollo con la dicitura bilingue “Rovinj–Rovigno”. Racconta ancora: «L’anno scorso, su mia proposta, Poste Italiane ha emesso un francobollo intitolato collettivamente alle località italiane bilingue e specificatamente Franco Provenzale, Francese, Occitano, Germanico, Friulano, Sloveno, Ladino, Croato, Catalano, Sardo, Albanese e Greco».
Stavolta, però, parlando di due vette celeberrime delle Alpi, il bilinguismo era stato dimenticato. Ed era francamente ridicolo che la vetta fosse ricordata all’italiana come Catinaccio e non alla tedesca come Rosengarten. Per citare la scheda di illustrazione del francobollo, avevano ignorato la «mitologia dei ladini che fa parte della tradizione popolare di questa zona in cui si trovava, secondo la leggenda, “il giardino delle rose” che spiega il fenomeno dell’enrosadira, ovvero il colore rosa di cui si tingono le montagne al tramonto».
Sul punto, dice ancora il presidente Arno Kompatscher: «Per quanto riguarda i nomi delle nostre montagne, ci sono i nomi storici e poi quelli inventati. Capisco che nel giro degli anni alcuni di questi ultimi siano entrati nell’uso comune. Ma non nominare i nomi storici in un francobollo ufficiale non è bello».