La Stampa, 8 luglio 2025
Ius Scholae, i malumori di FI contro Tajani "Impopolare anche tra gli elettori di sinistra
Nessuno spiraglio per la proposta di Antonio Tajani sullo “Ius Scholae”, il rilancio del vice-premier viene ancora una volta stoppato da Lega e Fdi ma persino dentro FI il clima è perlomeno di freddezza. Il segretario azzurro tiene il punto, ribadisce che intende andare avanti perché, assicura, «la goccia scava la roccia», ma al momento gli alleati sembrano del tutto impermeabili al tentativo di persuasione, consapevoli che nello stesso partito di Tajani non c’è entusiasmo per questa battaglia.
Il partito di Matteo Salvini diffonde una nota, come accade spesso da quando è ricominciata la discussione sulla possibilità di concedere la cittadinanza agli stranieri che compiono un ciclo di studi in Italia per dieci anni. «La modifica della legge sulla cittadinanza non è all’ordine del giorno e non è nel programma del centrodestra», ricorda la Lega. E «in ogni caso, potrebbe essere rivista solo in senso più restrittivo».
Scendono in campo anche i presidenti di regione del Carroccio. Per il governatore della Lombardia Attilio Fontana lo “Ius Scholae” è «una cosa inutile e demagogica», perché «se c’è la scuola benissimo che ci sia, ma sono gli stessi dieci anni che una persona normale deve trascorrere in Italia per ottenere la cittadinanza». E per Luca Zaia, Veneto, è un dibattito su «una materia non necessaria. Sarebbe molto più corretto proporre che a 18 anni la nazionalità arrivi d’ufficio come la tessera sanitaria».
Ma anche da Fdi arriva un altro stop. Secondo Francesco Lollobrigida quello della cittadinanza «non è una priorità» e in ogni caso «la cittadinanza è una cosa serissima, essere cittadini italiani è una cosa che deve essere meritata e che vede un percorso oggi molto attento per arrivare a questo obiettivo». Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditaria è lapidario: «Per carità!».
Maurizio Lupi, Noi moderati, avverte: «Le forzature sullo “Ius Scholae” sono inutili, anzi, controproducenti. La nostra posizione è nota, siamo disponibili a discuterne con gli alleati ma senza accelerazioni unilaterali: noi lavoriamo per l’unità della coalizione, sarebbe sbagliato dividere la maggioranza e sarebbe un errore non tener conto dell’esito del referendum sulla cittadinanza».
Un fuoco di fila che contrasta con il sostanziale silenzio dei parlamentari di FI. Non solo ieri, ma da giorni sono pochi quelli che hanno preso la parola per difendere la linea del leader sullo “Ius Schoale”. Lo fa Paolo Barelli, capogruppo FI alla Camera, vicino al segretario. Replicando agli alleati spiega: «Non si tratta di tenere il punto, ma di non fermarsi all’ignoranza, dal verbo “ignorare”.
Il riferimento è alla Lega che chiede misure più restrittive: il testo di FI, sottolinea Barelli, «rende molto più difficile e complesso ottenere la cittadinanza rispetto a quello vigente. La nostra è una proposta di buonsenso e Antonio Tajani dice «non mi faccio censurare da chi la legge non l’ha neanche letta». Se qualcuno vuole attirare l’attenzione per coprire altre problematiche interne lo faccia ma noi siamo sereni. Dieci anni di scuola significano integrazione». D’altro canto, assicura, «sullo “Ius Scholae” non cadrà il governo. E non voteremo strumentalmente con la sinistra».
Ma proprio queste considerazioni spiegano la freddezza di tanti parlamentari di FI. La scorsa settimana era stata Licia Ronzulli a dire che lo “Ius Soli” è una «arma di distrazione di massa che la sinistra cerca di usare» ma che «non è all’ordine del giorno». Sul Foglio, sabato scorso, Giorgio Mulé aveva invitato a «fare i conti con la realtà», dal momento che «i numeri non ci sono». Ma a microfoni spenti tanti altri sono ancora più netti, persino chi condivide il provvedimento in via di principio, poi invita ad essere «pragmatici» perché «è un tema non popolare, come insegna il referendum, nemmeno tra gli elettori di sinistra. E sappiamo che non potremo mai approvarlo». E nelle chat dei territori, viene spiegato, sono parecchi i mugugni. Senza contare che Marina Berlusconi è convinta che sarebbe meglio usare cautela su un tema delicato come quello della cittadinanza. Anche per questo, ragiona più di un parlamentare, va preso sul serio Tajani quando assicura che il governo non cadrà su questo tema.