il Giornale, 8 luglio 2025
Mary, la figlia di Ezra Pound e il suo secolo di poesia
I festeggiamenti sono cominciati lo scorso 26 giugno, con l’inaugurazione di una mostra, organizzata dall’Accademia di Merano al Palais Mamming Museum di Merano, intitolata Mary’s Dream. Portrait of a Lady. La Lady è Mary de Rachewiltz, che il prossimo 9 luglio compie 100 anni, e l’organizzazione è stata curata dal figlio Siegfrid insieme con Rosanna Pruccoli. L’esposizione, aperta fino al 2 novembre, racconta la storia di una donna e l’opera di una scrittrice, troppo spesso riduttivamente definita “figlia di Ezra Pound”.
Mary, nata Rudge e sposata de Rachewiltz, è una colta poetessa che ha saputo essere anche moglie e madre, oltre che nonna e bisnonna, senza mai perdere né la vena poetica né la sensibilità domestica. Una vita, come recita l’invito alla mostra, intessuta della semplice quotidianità e della ricchezza intellettuale dei circoli letterari, delle università, delle case editrici e biblioteche europee e americane, delle amicizie con scrittori, poeti e artisti. È la storia di una donna che ha voluto essere contemporaneamente contadina e principessa, e che ha saputo parlare, sognare e comporre in dialetto pusterese, in italiano e in inglese. Seguendo l’indicazione del padre, “Ama il tuo sogno, ogni inferiore amore disprezzando”, Mary ha tenacemente e costantemente seguito i suoi desideri, come dimostrano i pannelli e gli oggetti esibiti al museo di Merano. Il suo sogno è simboleggiato, per esempio, dagli aceri da zucchero che accolgono il visitatore all’ingresso del Museo; queste piante, che furono un dono del padre, rappresentano la fusione perfetta tra il prosaico mondo agreste e quello delicato della poesia, ovvero le due colonne portanti della lunga vita della gentildonna altoatesina.
Nata -prematura- il 9 luglio 1925 nell’ospedale di Bressanone, e cresciuta a Gais da due genitori adottivi, Mary vive la sua infanzia e la prima adolescenza felicemente accolta da una famiglia di contadini tirolesi. La madre, Olga Rudge, è una affermata violinista americana che vive in Italia e non può rinunciare all’arte musicale, mentre il padre, appena arrivato da Parigi, è sposato con Dorothy Shakespeare ed è alle prese con il grandioso progetto di scrivere i Cantos, un poema epico dedicato agli Stati Uniti. La piccola Mary non immagina in che misura sarà coinvolta in questa impresa, a cui dedicherà una buona parte della sua vita, sin da quando, quattordicenne, è incaricata dal padre di tradurre i Cantos in italiano, la cui versione completa esce, nei prestigiosi Meridiani Mondadori nel 1985.
In una lettera datata 19 ottobre 1945, scritta dal campo di concentramento pisano dove era stato rinchiuso dagli angloamericani, oggi pubblicata nel corposo inserto poundiano allegato all’ultimo numero di Studi cattolici, il Poeta sollecita la figlia ventenne a non trascurare la propria vena poetica: “Sei autorizzata a curare il mio manoscritto ma non voglio che tu ne venga sommersa, preferisco piuttosto che tu scriva dieci pagine per conto tuo invece di curarne un centinaio. Va bene che tu faccia un lavoro di dieci anni nel tuo tempo libero, che però non deve degenerare in un lavoro accademico”.
Nata in Alto Adige, e vissuta a Venezia, Firenze, Roma e Rapallo, Mary torna definitivamente alle sue valli tirolesi nel dopoguerra, dopo il matrimonio con l’egittologo Boris de Rachewiltz, padre dei suoi due figli, Siegfried e Patrizia. Come lei stessa racconta nella “storia di un’educazione”, l’autobiografia intitolata Discrezioni (Lindau. seconda edizione), i novelli sposi decidono di comprare un castello, “per invitare gli amici, a dipingere, scrivere, studiare”, e realizzare così anche il desiderio di Ezra Pound di un’Accademia di spiriti liberi, una Ezuniversity dove letterati e artisti avrebbero rigenerato questo vecchio e stanco mondo con il loro lavoro. Il sogno si materializza finalmente a Brunnenburg/Castel Fontana, un maniero arroccato sotto il paese di Tirolo, che, a partire dagli anni Cinquanta, diventa un piccolo-grande centro di cultura cosmopolita. Qui, prima e dopo la liberazione del padre passano e soggiornano molti dei più importanti intellettuali di tutte le nazioni, come accadrà anche quest’anno nella settimana dal 7 al 10 luglio, quando il castello ospiterà la 31esima Ezra Pound International Conference, a cui prenderà parte un centinaio di studiosi da tutto il mondo, che svolgeranno il tema Light and Memory in Ezra Pound e che, ovviamente, festeggeranno, insieme a tutta la cittadinanza del paese di Tirolo, il centesimo compleanno della padrona di casa.
Quello compiuto da Mary de Rachewiltz il prossimo 9 luglio non è un secolo breve, anzi: è un secolo lunghissimo, ricco di vita, di incontri, di esperienze e, soprattutto, di letteratura. L’unica figlia di Ezra Pound, oltre ai Cantos, ha tradotto in italiano, tra gli altri, anche le opere di Robinson Jeffers, di James Laughlin, di e.e.cummings ed è, ovviamente, anche stimata autrice di poesie scritte in varie lingue, come si può apprezzare dalla raccolta di tutte quelle italiane, pubblicate in volume a cura di Massimo Bacigalupo, Processo in verso (Bertoni editore).
Di tutte le virtù esercitate da Mary nella sua lunga vita, quella più importante è forse quella meno apparente: la pazienza. Ce n’è voluta tantissima, infatti, per sopportare e tenere a bada, come ricorda nella sua autobiografia, “l’orda di discepoli, editori, studiosi, segretari e collezionisti” che si sono gettati “come porci in cerca di tartufi, vedove ingorde, mogli timorose sulle carte di Pound, buttate da una soffitta all’altra, da un camion all’altro”, in un vortice che la brava castellana ha saputo gestire benissimo. La sua cordiale fermezza, unita alla gentile disponibilità e soprattutto a una incrollabile tenacia, le hanno permesso di condurre una vita lunga e felice.
La sua ricetta in due parole è così riassunta, in occasione dell’inaugurazione della mostra a lei dedicata: “Cercate sempre, nella vostra vita, di essere cocciuti, ma non per vanità”, echeggiano il Pound del Canto LXXXI: “Strappa da te la vanità/ ho detto, strappala”.