il Giornale, 8 luglio 2025
E Pechino "tarocca" i dati sull’export. "Aumentato del 4,9%"
Secondo i dati dell’ufficio del censimento degli Stati Uniti evidenziati da un articolo del Financial Times, il valore dell’export della Cina verso gli Usa a maggio è diminuito del 43% su base annua (parliamo di 15 miliardi di dollari di merci). Tuttavia, secondo i dati ufficiali di Pechino, le esportazioni complessive del Paese sono aumentate del 4,8% nello stesso periodo perché il calo degli scambi commerciali con gli States è stato compensato da un aumento del 15% delle spedizioni verso il blocco commerciale dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico e da un aumento del 12% verso la Ue.
La settimana scorsa, ricordiamolo, Washington ha raggiunto un accordo commerciale con il Vietnam che include un’imposta del 40% sulle merci che transitano attraverso il Paese, in una mossa che si pensava fosse mirata a colpire le riesportazioni cinesi verso gli Stati Uniti. Le importazioni statunitensi dalla Cina di Xi (foto) sono diminuite, ma sono aumentate da Vietnam e Messico.
Intanto, però, una ricerca di Capital Economics ha stimato che 3,4 miliardi di dollari di esportazioni cinesi sono stati dirottati attraverso il Vietnam a maggio, con un aumento del 30% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Anche il commercio indiretto attraverso l’Indonesia è aumentato notevolmente, con una stima di 0,8 miliardi di dollari dirottati a maggio 2025, il 25% in più rispetto a maggio 2024. Sebbene alcune delocalizzazioni produttive siano legittime, far rispettare le norme è difficile. Le merci spesso appaiono “vietnamite” anche se i loro componenti principali o la manodopera provengono dalla Cina. Di certo, le catene di approvvigionamento globali si stanno adattando rapidamente ai dazi. Lo dimostra l’impennata delle importazioni indiane di elettronica e macchinari, in gran parte provenienti dalla Cina, e l’aumento delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Non solo. Negli Emirati Arabi Uniti, le importazioni dalla Cina sonoa umentate di 1,1 miliardi di dollari a maggio 2025 rispetto all’anno precedente(+20%) con smartphone, computer portatili e sigarette elettroniche usa e getta tra i prodotti più importanti.
In Europa, gli analisti affermano che è più probabile che le esportazioni cinesi in eccesso vengano consumate piuttosto che trasbordate. Il primo segnale più evidente di un riorientamento commerciale è stato un forte aumento dei prodotti di basso valore in arrivo dalla Cina dopo che Trump ha impedito a Pechino di utilizzare la cosiddetta regola “de minimis”, che consentiva a rivenditori come Temu e Shein di spedire merci di valore inferiore a 800 dollari negli Stati Uniti senza dazi doganali. Da allora, si è registrato un forte calo del trasporto aereo dalla Cina e da Hong Kong verso gli Stati Uniti.
Secondo i dati di World ACD, il peso tassabile trasportato per via aerea nella prima settimana di giugno è diminuito del 19% rispetto all’anno precedente. La Ue prevede di abolire la propria regola “de minimis” e di imporre una commissione di gestione su ogni pacco da 2 euro. Nel frattempo, Shein ha fatto il pieno di nuovi clienti nel Regno Unito e in Germania e Temu in Francia, Spagna e Germania.