Libero, 8 luglio 2025
Un imam al carcere minorile di Milano
Il carcere minorile Beccaria di Milano scoppia – nelle ultime due settimane i detenuti sono risaliti a 77, cinquanta dei quali musulmani, molti minori stranieri non accompagnati – e il Tribunale dei Minori affianca un imam al cappellano. Si tratta di Abdullah Tchina, già attivo nella comunità di Sesto San Giovanni e al centro di recenti polemiche per la gita di due scuole cittadine nella sua moschea (lui aveva citato la “guerra santa”...), che lavorerà insieme a don Claudio Burgio e don Gino Rigoldi: a lui il compito di recuperare e reinserire i giovani carcerati islamici. Al venerdì preghiera di gruppo e poi altri momenti comuni. «La sfida del Beccaria è innanzitutto una nuova esperienza per me – ha detto l’imam – e inoltre avrò la possibilità di essere un ponte tra questi giovani e le istituzioni, e le altre religioni, aiutandoli nell’inserimento nella società, dando la giusta ed equilibrata lettura religiosa e anche stando loro vicino socialmente». Soddisfatto don Burgio: «Avevo proposto da tempo la presenza di un imam. Molti ragazzi al Beccaria mostrano una fatica drammatica a parlare con sé stessi. Gli attacchi rabbiosi e d’impulso, come anche quelli autolesivi, tradiscono una paura profonda che li lascia soli: come se nominare il dolore o accettare la pena volesse dire ammettere di aver fallito il progetto migratorio. L’imam potrà aiutarli a rileggere spiritualmente il tempo della detenzione. Non è la fine di tutto, è solo un passaggio», ha spiegato al Corriere. I numeri, del resto, impongono riflessioni serie. Nel 2024 al Beccaria sono transitati 297 giovani, il 78 per cento stranieri, l’87 per cento provenienti da Paesi a maggioranza islamica. I minori non accompagnati detenuti sono triplicati in due anni, da 37 a 113. Cresciuti anche i reati sotto i 14 anni, soprattutto rapine. Il problema, e il razzismo non c’entra nulla, è evidente.
«Leggo che il Tribunale dei Minori di Milano ha deciso che al carcere milanese Beccaria l’attuale cappellano verrà affiancato da un imam. Lo stesso cappellano, recentemente, aveva già denunciato che all’interno del carcere minorile milanese la situazione è molto complicata e quella di un imam non è soluzione idonea e risolutiva. A mio avviso, questa, è un’altra decisione incredibile da parte della magistratura che va in una direzione diametralmente opposta a quella del buon senso. Mettere un imam in un luogo pieno di “maranza” come è appunto il Beccaria, è sbagliato. Si tenta, per caso, di recuperarli? Io penso invece che la situazione andrà ancora peggiorando e si porranno ulteriori problemi e disagi alle unità di polizia penitenziaria. Su questo tema presenterò interrogazione al Ministro di Grazia e Giustizia Carlo Nordio», annuncia il deputato milanese di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato.
Il protocollo, promosso dal Tribunale per i Minorenni, sarà firmato lunedì mattina da Procura, Centro Giustizia Minorile, Ipm e rappresentanti delle due fedi. È stato autorizzato dai ministeri della Giustizia e dell’Interno anche per prevenire fenomeni di radicalizzazione in carcere, offrendo una figura autorevole che possa intercettare situazioni di disagio e fornire risposte basate sull’ascolto, sul rispetto delle regole e sulla convivenza civile. Un modello già vigente da tempo anni in Germania, Francia, Inghilterra e Olanda.