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 2025  luglio 07 Lunedì calendario

Pontificato. Messa ecologista, decrescita felice e giustizia climatica: Leone verde come Francesco

Recita il salmista: “I cieli narrano la gloria di Dio, / l’opera delle sue mani annuncia il firmamento”. È l’antifona che apre la celebrazione della nuova Missa “pro custodia creationis” introdotta con un decreto dal Dicastero per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti. In pratica, un formulario con “le adeguate letture bibliche” voluto da Leone XIV e che renderà possibile celebrare nei giorni liberi da memorie obbligatorie la messa per la custodia del creato.
E sarà proprio papa Prevost a presiedere la prima Eucaristia verde: mercoledì prossimo, il 9 luglio, nel Borgo Laudato si’ all’interno delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, il comune dei Castelli Romani che da quattro secoli ospita la residenza estiva dei papi. Seppur di solenne importanza, non c’è solo questo formulario liturgico a confermare la decisiva continuità tra Leone e Francesco sull’ecologia integrale, al centro di una delle più note e criticate (dalla destra clericale e negazionista sul cambiamento climatico) encicliche bergogliane, la Laudato si’ del maggio del 2015.
Il 2 luglio il Vaticano ha infatti divulgato il messaggio del pontefice per la decima giornata mondiale di preghiera per la cura del creato e intitolato Semi di pace e di speranza. La giornata è fissata per il 1° settembre e aprirà un “Tempo del Creato” fino al 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi. Nel messaggio, Leone accosta pace, giustizia ed ecologia, in questa fase di guerre: “In diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in rovina. Ovunque l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e dei diritti dei popoli, le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità. Aumentano in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento climatico indotto da attività antropiche, senza considerare gli effetti a medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai conflitti armati”.
Non solo. Per i fedeli cattolici la “giustizia ambientale” è anche “un’esigenza teologica” perché le “ferite” della Terra offendono Cristo, “nel quale tutto è stato creato e redento”. Ergo sono quattro i pilastri che reggono l’ecologia integrale: teologia e giustizia sociale, economica, antropologica. Leone XIV, infine, ha anche ricevuto i vescovi rappresentanti delle Chiese del Sud del mondo: Africa, Asia, America Latina e Caraibi.
In un documento-appello preparato per la Cop30 in programma a novembre in Brasile si stronca la green economy che “avvantaggia pochi” nel quadro di un capitalismo che si reinventa verde. Al contrario non c’è giustizia climatica senza “una profonda conversione ecologica” necessaria “con la promozione di sistemi basati su solidarietà, sobrietà felice e principi della saggezza ancestrale”. Di qui una transizione “equa e comunitaria” con politiche per la riduzione dei consumi e “obiettivi di decrescita”. A destra rimarrà ancora qualcuno convinto di un Leone anti-francescano?