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 2025  luglio 06 Domenica calendario

La carica di 1.400 ex deputati per riprendersi il vitalizio pieno

Èpartito il ricorso di circa 1.400 ex deputati che sono intenzionati a riaprire la partita infinita dei vitalizi e chiedono di rivedere la delibera del 2018 che li tagliava agli ex parlamentari, voluta soprattutto dal Movimento Cinque Stelle e dall’allora presidente di Montecitorio, Roberto Fico. Mercoledì si è svolta infatti la prima udienza davanti al collegio d’appello, vale a dire il tribunale di secondo grado interno alla Camera, composto anch’esso da cinque deputati, ma che ha un ruolo giurisdizionale e non politico. La lunga udienza, durata tutta la mattina, ha visto sfilare gli avvocati dei ricorrenti, anche con momenti di tensione: al termine il collegio di secondo grado, presieduto da Ylenia Lucaselli (Fratelli d’Italia), si è riservato i tempi per pronunciare la sentenza.
I circa 1.400 ricorrenti sono ex deputati anagraficamente più giovani rispetto a quelli più anziani di età che nel 2022 hanno beneficiato di una sentenza che, di fatto, ha azzerato per loro la delibera Fico. Quest’ultima stabiliva che il vitalizio – su suggerimento dell’allora presidente dell’Inps, l’economista Tito Boeri – fosse ricalcolato con criteri contributivi, come avviene per tutti i cittadini dalla riforma previdenziale del 1995. In pratica l’assegno veniva ricalibrato sulla base di coefficienti in cui rientravano non solo il monte dei contributi versati, ma anche gli anni in cui si era beneficiato di un assegno: se erano pochi, l’importo si abbassava, anche in misura notevole a volte. Gli ex parlamentari più anziani si erano visti così tagliare improvvisamente l’assegno dall’oggi al domani anche del 90%. In alcuni casi, come quelli di ex deputati centenari non autosufficienti ricoverati in Rsa (residenze sanitarie), si sono verificate situazioni anche drammatiche. Nel 2022 il “tribunalino” interno aveva dato ragione a quanti avevano fatto ricorso: il ricalcolo dell’assegno doveva partire non da momento in cui era stato erogato agli ex parlamentari il primo, bensì soltanto dallo stesso 2022. Il consiglio di giurisdizione e poi il collegio d’appello avevano fatto proprio, in tal modo, il principio costituzionale della legittima aspettativa. Sulla scia, l’anno scorso era partito il ricorso degli ex parlamentari più giovani, che si sono appellati allo stesso principio, ma il consiglio di giurisdizione ha dato loro torto in “primo grado, per così dire,, probabilmente perché il taglio del loro vitalizio era in proporzione meno forte. I 1.400 non hanno però voluto demordere e mercoledì il collegio d’appello ha tenuto udienza, con la presidenza di Lucaselli e alla presenza degli altri componenti: Ingrid Bisa della Lega, Pietro Pittalis di Fi, Marco Lacarra del Pd e Vittoria Baldino di M5s, tutti avvocati. A difendere i ricorrenti c’erano diversi avvocati e proprio la presenza di uno di loro, Maurizio Paniz, ha provocato un inedito momento di tensione al’inizio. In una precedente udienza Paniz aveva esortato difatti i componenti del collegio a comportarsi «come veri giudici» e non come rappresentanti politici, cosa che aveva provocato la risposta risentita di Lucaselli. (r.r.)