ilfattoquotidiano.it, 6 luglio 2025
Azzardo, è boom: giocati 157 miliardi. La ludopatia tassa occulta sui poveri, ma il governo punta a cancellare le restrizioni
Se non bastavano le brutte notizie contenute nel rapporto “Il libro nero del gioco d’azzardo”, presentato il 3 luglio da Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon, e costruito con i dati dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli dopo una serie di accessi agli atti, se ne è aggiunta a stretto giro un’altra: quelle notizie non hanno fatto notizia. I 157 miliardi giocati nel 2024, i 21 miliardi persi (tutti record), l’aumento del gioco online con calo in proporzione del gettito all’Erario, sono passati come semplici numeri. In Italia si gioca sempre di più, mentre le fasce che giocano restano le stesse, le più povere. E anche quel decreto dignità che nel 2018 aveva messo l’Italia all’avanguardia in Europa – in alcuni Paesi extraeuropei ci sono divieti ancora più stringenti –, con il divieto totale di pubblicità diretta e indiretta, si prepara a diventare carta straccia.
I numeri in sintesi – Nel 2024 la raccolta in Italia, cioè l’ammontare del giocato, ha raggiunto i 157,4 miliardi, +6,6% rispetto al 2024, circa il 7,2% del PIL, 20 miliardi in più rispetto alla spesa sanitaria complessiva. Sono numeri enormi considerando che nel 2019 erano 110 miliardi, nel 2015 poco più di 88. La raccolta pro-capite, per ogni cittadino con più di 18 anni, ha raggiunto i 3.137 euro. Le perdite per gli italiani superano i 21 miliardi, corrispondenti al reddito medio netto di 1.150.000 lavoratori e lavoratrici a tempo pieno. Gli italiani ormai spendono al gioco quasi quanto spendono per mangiare.
Cresce soprattutto l’azzardo online, che da tempo ha superato quello fisico, e aumenta di altri 10 miliardi nel 2024 (+12,2%) raggiungendo i 92,1 miliardi, contro i 65,3 dei diversi giochi fisici, in lieve calo sull’anno precedente. Il “superamento del canale online su quello fisico riguarda soprattutto il centro-sud, dove la malavita organizzata utilizza l’azzardo in remoto come modalità conveniente per il riciclaggio di capitali sporchi” scrivono i redattori del rapporto. I conti attivi online hanno ormai superato i 20 milioni, prossimi ad uno ogni due cittadini nella fascia 18-74 anni, dove si concentra la quasi totalità dei giocatori. Nel rapporto si chiarisce che ogni singolo giocatore può avere a disposizione anche decine di conti gioco, ma in Italia si stimano, nel solo canale online, 4,5 milioni di giocatori attivi nel 2024, in crescita quasi del 10% sull’anno precedente.
Si gioca meno al nord (soprattutto al Nord-Est), e di più al Sud, a conferma della “relazione inversa tra la situazione socioeconomica e l’incremento della raccolta dell’azzardo” si legge nel report. Isernia, il più piccolo capoluogo d‘Italia, è il primo per giocato pro capite online (4200 euro a testa), con una crescita del 65% sull’anno precedente, seguito da Siracusa, Messina, Palermo, Salerno, Napoli, Caserta, Reggio Calabria, Taranto e Teramo. Tutte le prime dieci province sono sopra i 3.000 euro giocati a testa, nella fascia 18-74, e tutti con crescite importanti rispetto al 2023.
Si conferma poi l’esistenza di un’anomalia italiana in Europa: per l’azzardo siamo diventati il mercato più importante d’Europa e uno dei più importanti al mondo. La perdita complessiva degli italiani nell’azzardo (21 miliardi di euro) è superiore a quella del Regno Unito e molto distante da Germania e Francia (14 miliardi), nonostante il potere d’acquisto delle famiglie si sia contratto. Un’anomalia legata “all’idea illusoria che una vincita possa risolvere, in un colpo solo, i propri problemi economici” scrivono i redattori del report.
Il vulnus nei dati – Questi numeri non dicono tutto. Anzitutto perché ci sono 40 miliardi, circa, che vengono giocati illegalmente, secondo le stime. E poi perché i dati discussi sono stati ricavati attraverso accessi agli atti, come detto. Ma dopo le prime due edizioni del “Libro nero”, sono arrivate alcune limitazioni in più sui numeri forniti e fornibili. In particolare i redattori del rapporto non hanno ottenuto i dati sui piccoli centri sotto i 10 mila abitanti, che nel 2024 avevano fatto parecchio rumore: si era scoperto che i centri in cui si era giocato di più erano anonimi paesi di provincia in cui i sindaci non erano a conoscenza di ludopatie gravi. Anguillara Veneta, in provincia di Padova (una di quelle in cui si gioca meno in Italia) vedeva un giocato pro capite di 13 mila euro ad abitante. Quei numeri insomma svelavano in maniera piuttosto evidente movimenti di capitali poco chiari riguardo il gioco online legale, movimenti su cui già pendono indagini della Guardia di Finanza e della Direzione Investigativa Antimafia. In ogni caso, per quest’anno non sarà possibile sapere cosa sia successo nei piccoli centri, con buona pace della trasparenza.
La riforma in corso e il “fallimento” del divieto – Sono numeri che certificano come il divieto contenuto nel decreto dignità non abbia avuto gli effetti sperati. Ma è accaduto anche perché, nel 2019 l’Agcom aveva dato una lettura molto riduttiva della legge, sostenendo che fossero lecite tutte le pubblicità che non invitavano a giocare, ma spiegavano come funzionasse il gioco e in particolare il gioco consapevole. Motivo per cui già oggi la serie A di calcio è zeppa di loghi di siti che si chiamano (quasi) come siti in cui si scommette (ad esempio con.sport invece di.com), ma che sono ufficialmente siti di informazione sportiva. Secondo le società calcistiche e le aziende del settore, un divieto quindi inutile, che impedisce di promuovere il gioco consapevole.
“Non vi è uno studio indipendente e qualificato che sostenga l’affermazione secondo cui l’aumento del gioco illegale sia stato provocato dal divieto di pubblicità” scrive l’associazione Avviso Pubblico, che raccoglie enti locali impegnati nella cultura della legalità. Non esiste neanche un dato indipendente che spieghi cosa sia il gioco consapevole. Chi, come la Caritas, si occupa di aiutare i ludopatici, sostiene che di fatto non esista, il rischio è sempre dietro l’angolo.
Ma può presto andare peggio. Il 5 marzo scorso la Commissione Cultura e Istruzione del Senato ha approvato una risoluzione che impegna il governo a intervenire sui giochi e sulle scommesse nel settore sportivo. Si punta a eliminare il divieto di pubblicità indiretta (che di fatto già non è operativo), per dare una parte dei proventi dell’azzardo al sistema calcio. Ma questo governo ha anche abrogato l’osservatorio sul gioco d’azzardo del ministero della Salute, e vuole abbassare le distanze minime da scuole, chiese e oratori, e i limiti d’orario vigenti per i giochi fisici. La riforma ancora non è stata approvata, date anche le forti resistenze del mondo cattolico, ma i 21 miliardi persi dagli italiani nel 2024 sono destinati presto ad essere superati da un nuovo record. Peggiore.