ilgiornale.it, 6 luglio 2025
Il reddito di cittadinanza non c’è più ma continua a fare guai
Cambiano i governi, passano gli anni, il reddito di cittadinanza nemmeno esiste più. Eppure la controversa misura di sostegno voluta nel 2019 dal governo Conte continua a produrre una lunga scia di illeciti. Lo conferma l’ultima operazione della guardia di finanza di Lecce, che a più di 500 giorni da quando il Rdc è stato cancellato dal governo Meloni continua a pescare “furbetti”, e ieri ha reso noto di aver denunciato all’autorità giudiziaria ben 47 persone per aver percepito indebitamente il sussidio, per un danno complessivo alle casse dello Stato pari a oltre 500mila euro.
Le fiamme gialle del capoluogo salentino spiegano come i controlli andati a segno sono frutto di un’analisi mirata: incrocio di banche dati, indicatori di rischio, accertamenti investigativi in collaborazione con il Nucleo speciale spesa pubblica e frodi comunitarie della Gdf e con l’Inps. Il risultato? Decine di soggetti privi dei requisiti di legge che pure hanno ottenuto per mesi – in alcuni casi per anni – un reddito che come è noto sarebbe dovuto andare solo a chi era davvero in difficoltà economiche.
Al centro delle contestazioni, al solito, ci sono le false dichiarazioni: autocertificazioni su reddito, patrimonio o composizione del nucleo familiare zeppe di panzane, inventate di sana pianta per eludere i criteri di accesso fissati dalla normativa. Ora, oltre a ritrovarsi denunciati, gli indebiti percettori sono stati segnalati all’Inps per il recupero integrale delle somme incassate senza averne diritto.
A un anno e sette mesi dalla fine dell’epoca del reddito di cittadinanza, insomma, proseguono i capitoli di abusi e truffe sistemiche. Lo scorso 28 maggio, proprio ilgiornale.it aveva raccontato dei nove ennesimi “furbetti” individuati a Livorno, un gruppo di percettori “abusivi” che era riuscito a incassare il sussidio per un totale di 175mila euro, ovviamente dichiarando il falso. E prima ancora casi analoghi avevano coinvolto Torino, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Cagliari, in una lunga teoria di indagini che da anni accompagna l’attuazione della misura, introdotta nel 2019 su input del M5s con l’obiettivo dichiarato di “abolire la povertà”.
Nei quattro anni in cui è stato in vigore, però, anche se molte famiglie hanno certamente ricevuto un aiuto, la povertà non è stata abolita. E 20 mesi dopo aver cancellato la misura, sostituita da altre forme di sostegno, non sono ancora “abolite” nemmeno le tante, troppe truffe legate al reddito di cittadinanza. Tra il 2019 e il 2023, nel periodo in cui il reddito era a regime, la Guardia di Finanza ha accertato illeciti per 665 milioni di euro, incassati da oltre 62mila percettori che non avrebbero avuto diritto al sussidio. Insomma, il 2 per cento dei quasi 35 miliardi di euro erogati è stato sicuramente incassato indebitamente. Tra i casi più eclatanti, i tanti mafiosi e pregiudicati pescati dai controlli tra chi incassava ogni mese l’assegno del rdc. Ma non sono mancati dalle cronache imprenditori, evasori totali, cittadini con proprietà all’estero, e addirittura stranieri mai residenti in Italia.
Lo Stato, per correre ai ripari, aveva progressivamente irrigidito i controlli, finché all’inizio del 2024 il governo Meloni ha cancellato la misura sostituendola con l’assegno di inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro, con criteri più stringenti e maglie meno larghe. Ma stupisce comunque vedere come l’onda lunga dell’eredità del reddito di cittadinanza, come dimostra il caso di Lecce, si faccia ancora sentire.