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 2025  luglio 06 Domenica calendario

Intervista a Esther McGregor

Un’estate calda e bugiarda, una famiglia ricchissima, i Sinclair, che si tramanda beni e misteri da generazioni: tratta dal romanzo di E. Lockhart We were liars, L’estate dei segreti perduti è al momento la serie più vista della piattaforma Prime Video. D’altra parte il libro ha avuto grande successo: quando si parla di intrighi familiari l’interesse è sempre alto. Il Trono di Spade insegna. In qualche modo una delle protagoniste vive questa atmosfera al cubo: Esther McGregor, figlia di Ewan McGregor, è Mirren Sinclair, cugina di Cadence (Emily Alyn Lind), che ha un incidente e perde la memoria. La sua famiglia mente su quanto è successo. Cosa è realmente accaduto? Esther, 22 anni, si è recentemente riconciliata con il padre: quando era adolescente McGregor ha infatti lasciato la madre, Eve Mavrakis, production designer, per la collega Mary Elizabeth Winstead, conosciuta sul set della serie Fargo. Da allora ha fatto la modella, la tatuatrice, ha fondato la band French Thyme ed è apparsa in due film importanti: La stanza accanto di Pedro Almodóvar e Babygirl, in cui è la figlia di Nicole Kidman.
Nella serie Mirren ha un rapporto complicato con la madre. Con la sua come va invece?
«Tutte le relazioni tra madri e figlie sono complicate. Mirren è un personaggio molto divertente: vedo tanto di me stessa in lei, sopratutto se ripenso ai miei 16 anni. Nel profondo ha tanta insicurezza in sé: la madre le ha inculcato un’idea di perfezione. È stata cresciuta con l’ansia di dover essere perfetta, ma nessun essere umano lo è. È molto riservata, più di quanto non sia io. Vuole scoprire chi è veramente, ma non sa come fare. Mia madre invece è la mia roccia».
Anche lei ha avuto difficoltà a capirlo?
«Molte delle battaglie che ho fatto alla sua età erano simili. Anche io sono un’artista e anche io ho pensato a lungo che la perfezione fosse raggiungibile. Al contrario del resto dei Sinclair lei è molto più vulnerabile: da artista senti le emozioni in modo più forte. Credo che Mirren sia una versione più dolce e innocente di me: le voglio bene».
Come si fa a non sentirsi persi?
«Chi è perso non sa di esserlo. Quindi, invece di interpretare una persona alla deriva, ho preferito portarla verso la curiosità, la ricerca. Provare cose nuove ti aiuta a capire chi sei davvero. Devi convincerti di essere sicuro per riuscire a vivere in questo mondo, anche se di base non lo sei».
Anche lei a 16 anni ha affrontato un momento difficile con la sua famiglia. Come l’ha superato?
«Quella è l’età in cui cambi e capisci che i tuoi genitori sono esseri umani: anche loro commettono degli errori e prendono decisioni discutibili, non pensando alle conseguenze che avranno sugli altri. Oggi, a 22 anni, con tutto quello che è successo, ho trovato una nuova intesa con la mia famiglia».
Con suo padre non ha parlato per anni, ma è stata proprio la recitazione a farvi riunire sul set di Obi-Wan Kenobi. Magia del cinema?
«Mi è arrivato il provino, mentre ero all’università: ho pensato di farlo solo per divertimento, per vedere cosa sarebbe successo. La regista Deborah Chow non gli ha detto che avevo ottenuto la parte. Recitare insieme è stato un passo importante nel nostro rapporto: ci ha aiutato a riavvicinarci. Vorrei poterlo fare di nuovo in futuro».
Nella serie Mirren e i suoi cugini sono soprannominati “I Bugiardi” dal nonno. Lei mente spesso nella vita?
«Non direi. Magari dico qualche bugia bianca, per non far soffrire gli altri. Però sono un’attrice: mento per lavoro!».
La serie è ambientata durante una vacanza nella fittizia Beechwood Island, vicino a Martha’s Vineyard: c’è un’estate della sua vita che non dimenticherà mai?
«Le estati in Europa con la mia famiglia, quando ero piccola. Passavamo tutto il tempo insieme. A volte eravamo a Parigi, altre a Londra. E in effetti, in termini di guai, anche io con i miei cugini ho fatto di tutto, proprio come i Sinclair. Poi però incolpavo sempre le mie sorelle. Oggi mi piacerebbe molto andare in un posto dove poter leggere tutto il tempo». —