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 2025  luglio 06 Domenica calendario

Rottamazione cartelle ora il governo frena "Non va bene per tutti"

La telenovela sulla rottamazione fiscale si arricchisce di una nuova puntata ed è destinata ad andare avanti fino alla fine dell’anno, quando finalmente il derby tra sanatoria delle cartelle e taglio dell’Irpef al ceto medio sarà risolto con la manovra economica. Lo ribadisce il viceministro delle Finanze Maurizio Leo: «È una questione per la prossima legge di bilancio, il perimetro finanziario del 2025 si è esaurito». Come succede puntualmente da quasi un anno, anche la giornata di ieri è stata segnata da un botta e risposta tra la Lega e l’esponente di Fratelli d’Italia sul fisco. Di prima mattina una nota del partito di Matteo Salvini rilancia il dibattito sulle tasse: «Altro che Ius scholae, avanti tutta con pace fiscale, rottamazione delle cartelle e flat tax».
Nel pomeriggio, Leo, appena arrivato a Manduria in Puglia per partecipare al Forum in Masseria, la kermesse organizzata da Bruno Vespa e Comin & partners, risponde: «Non sono contrario alla rottamazione, ma non può essere per tutti perché è un danno per lo Stato». Così diretto il vice ministro delle Finanze non era mai stato: «Dobbiamo aiutare chi si trova veramente in una situazione di difficoltà economica – spiega – non possiamo dare benefici a chi già se ne è approfittato». Leo si riferisce alle quattro precedenti rottamazioni, quando la metà dei contribuenti interessati «ha presentato istanza di rottamazione per disinnescare i provvedimenti esecutivi, come i pignoramenti, senza poi versare la prima rata». Un modo per riprendersi i soldi e i beni bloccati senza pagare. Infatti, ricorda, «non si è mai andati oltre il 50% dei pagamenti». È quindi evidente che chi ha grandi disponibilità usa le rottamazioni «pretestuosamente, danneggiando lo Stato e i contribuenti onesti». Leo entra anche nel merito della proposta di Salvini che prevede 120 rate di pari importo in dieci anni sulle cartelle non saldate, che vanno dal 1° gennaio del 2000 al 31 dicembre del 2023. Ovviamente, per il Carroccio non si devono corrispondere interessi, sanzioni e aggio e si ha la possibilità di mantenere in vita il piano anche con 7 rate non pagate. Ebbene, proprio sulla diluizione decennale, secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, «c’è un problema di conti pubblici, non ha senso spalmare su tanti anni una cartella da mille euro». Quindi, Leo immagina una rottamazione molto selettiva: «Vediamo di ridurre le annualità, di tener fuori i recidivi, quelli che fanno queste cose ripetutamente e non pagano mai, perché non ci possiamo ritrovare anche con la quinta rottamazione in una situazione in cui il 50% delle persone non paga. Se andiamo a fare questo tipo di selezione, la rottamazione si può fare, ma non deve essere erga omnes, estesa a tutti».
Il vice ministro non dimentica la commissione tecnica che è stata istituita per capire cosa si riesce a riscuotere da uno stock di cartelle che ammonta a 1.275 miliardi di euro: «Puntiamo sulle cartelle relative agli anni più recenti, questa è l’area in cui concentrarsi», dice.
Quanto al progetto su cui convergono Fratelli d’Italia e Forza Italia di ridurre di due punti l’aliquota Irpef al 35% per i redditi tra 28 mila e 60 mila euro l’anno, Leo non ha dubbi: «Il primo passo è aiutare il ceto medio». Poi, nella road map immaginata dal vice ministro, vengono le imprese a cui è importante «rendere strutturale l’Ires premiale».
Che cosa resta per la rottamazione? Lo si vedrà in autunno e lì la palla passerà al titolare del Mef Giancarlo Giorgetti. Certo è ormai svanito il sogno dei leghisti di varare la quinta sanatoria delle cartelle entro l’estate.