La Stampa, 6 luglio 2025
Ius Scholae, anche Marina Berlusconi per la linea prudente
La cittadinanza continua a far litigare il centrodestra. Nonostante lo stop di Giorgia Meloni, Antonio Tajani tiene il punto: lo ius scholae «è assolutamente in sintonia con il programma del centrodestra», ribadisce davanti a una platea di giovani azzurri radunati a Tolfa, pur ammettendo che le priorità sono altre, a partire dal taglio delle tasse. Una posizione che non piace alla Lega né a Fratelli d’Italia, col partito di Salvini a fare la voce grossa: «Con noi al governo nessuna scorciatoia per la cittadinanza».
La battaglia del vice premier, oltretutto, sembrerebbe non essere condivisa da chi ha raccolto l’eredità del fondatore. A chi le ha parlato, in questi giorni, infatti, Marina Berlusconi è apparsa tiepida sull’argomento. La primogenita del Cavaliere preferirebbe un’agenda politica più orientata sulla difesa di altri diritti civili, il fine vita in primis. Sullo ius scholae Marina Berlusconi non aveva, neppure in passato, mostrato particolare entusiasmo. Già lo scorso febbraio, in un’intervista rilasciata a Il Foglio, la presidente di Fininvest aveva espresso grande cautela sul tema dell’immigrazione, sottolineando che «posizioni troppo drastiche e ideologiche non fanno che generare eccessi in senso opposto», ossia rischierebbero di alimentare l’intolleranza. La presidente di Fininvest e Mondadori prediligerebbe piuttosto la promozione di quei valori che da sempre rappresentano l’identità liberale del partito fondato dal padre: la concorrenza, il libero mercato, il garantismo, la lotta alla pressione fiscale.
La Lega, intanto, tiene Tajani nel mirino. «Altro che ius scholae – scrive il Carroccio su X – avanti tutta con pace fiscale, rottamazione delle cartelle e flat tax!». Il ministro degli Esteri, però, non arretra. «Noi abbiamo sempre la stessa posizione – ribadisce – abbiamo presentato una proposta di legge che si chiama ius Italiae per far sì che la cittadinanza sia una cosa ancora più seria». Senza nominarla, Tajani risponde a Meloni: «Come dice l’articolo 6 del nostro programma elettorale, bisogna integrare i migranti regolari dal punto di vista economico e sociale. Quindi la nostra proposta è assolutamente in sintonia con il programma del centrodestra. Noi dobbiamo aprire un dibattito al livello parlamentare, non c’entra nulla il governo. Nel passato, nella scorsa legislatura, anche Fratelli d’Italia era favorevole a questa posizione».
Lo rimarca anche Simone Leoni, il segretario dei giovani di Forza Italia che nel giorno della nomina aveva puntato il dito contro Roberto Vannacci per le sue posizioni sui nuovi italiani. In una trasmissione tv del 2022 Meloni parlava proprio di cittadinanza dopo dieci anni di scuole dell’obbligo, ha cambiato idea? «Va chiesto a Meloni il motivo. Quelle parole di tre anni fa – argomenta Leoni – sono esattamente la proposta di Forza Italia». Ma se FdI resta in silenzio, la Lega attacca. Stefano Candiani parla di «altre priorità», Fabrizio Cecchetti bolla la proposta di Fi come una «scorciatoia per diventare italiani». Al centro, Azione si dice pronta al dialogo, mentre da Italia viva Renzi ironizza: «Tajani come Ciccio Pasticcio, Meloni lo richiama e lui torna a cuccia con la rapidità di un velocista». Mentre per Riccardo Magi, segretario di Più Europa, Tajani «utilizza il tema della cittadinanza come merce di scambio ai tavoli del centrodestra, per strappare qualche strapuntino».