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 2025  luglio 06 Domenica calendario

Dazi, il piano di Fitto "Useremo i fondi Pnrr anche in agricoltura"

Dall’intesa con dazi al 10% sul modello del Regno Unito alla minaccia di tariffe al 17% sulle esportazioni agricole. A pochi giorni dalla scadenza del 9 luglio fissata dal presidente americano Donald Trump per arrivare a un accordo, il rischio escalation rende consapevole l’Europa che il “no deal” sugli scambi commerciali con l’America è uno scenario possibile. Perciò, il vicepresidente della Commissione Ue Raffaele Fitto ha deciso di tirare fuori dal cassetto una proposta che sembrava ormai superata dagli «sviluppi positivi» che la stessa premier Giorgia Meloni aveva colto nell’ultima telefonata con l’inquilino della Casa Bianca.
«Se non dovesse esserci l’accordo sui dazi, probabilmente dovremmo essere in grado di costruire alcuni strumenti per sostenere i settori che potrebbero risentirne maggiormente», propone Fitto. Il commissario pensa a incentivi nell’ambito della revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dei fondi di coesione. L’Italia, infatti, è attesa a un riesame del Pnrr che potrebbe coinvolgere 15-20 miliardi, e allo stesso tempo alcuni target potrebbero essere trasferiti sulla coesione per avere più tempo per portarli a termine. Al momento è difficile fare previsioni su come possa andare a finire la trattativa con Trump, quindi la situazione è abbastanza nebulosa, non ci sono ancora idee precise su quali potrebbero essere le agevolazioni o gli investimenti da offrire alle aziende alle prese con le perdite.
Al Forum in Masseria a Manduria, la kermesse organizzata da Bruno Vespa con Comin & partners, il vice presidente della Commissione europea punta «sulla flessibilità sul tema degli incentivi nell’ambito del Pnrr e della coesione, strumento chiave che dà ai governi la possibilità di raggiungere dei risultati». Il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano ammonta a 194 miliardi di euro, a cui aggiungere le politiche di coesione, ovvero 43 miliardi di euro più le quote di finanziamento: «Sono tanti soldi, dobbiamo spenderli e farlo bene», sottolinea Fitto che aggiunge: «La qualità della spesa è fondamentale per dare una logica efficace a queste risorse, e la flessibilità, cioè spendere le risorse in base al nuovo scenario, è decisiva». Fitto si dice comunque ottimista della trattativa in corso con gli Stati Uniti: «La Commissione europea si sta ponendo in modo serio e credibile, con spirito aperto e costruttivo, nella consapevolezza di dover rivendicare le proprie posizioni. Quindi, l’auspicio è che si trovi un accordo, un punto di convergenza, però bisogna essere in due a volerlo». Una sintesi è necessaria perché, sostiene il commissario per la coesione, «eventuali dazi non creerebbero un problema solamente all’Europa, ma anche agli Stati Uniti».
Francesco Lollobrigida, ministro delle Politiche agricole non crede più a un’intesa che assicuri zero dazi, tuttavia spera che «si definisca un accordo buono per entrambi». Altrimenti, se le tariffe che stabilirà Trump metteranno in difficoltà il tessuto produttivo italiano, bisognerà aiutare le imprese. «Troveremo i modi per correre ai ripari per quanto possibile – sottolinea Lollobrigida – perché il nostro governo ha sempre dimostrato di trovare soluzioni alle emergenze, concertando le misure con il mondo della rappresentanza, per rispondere alla necessità di far sopravvivere le nostre imprese».
Il ministro delle Politiche agricole ha anche una sua personale ricetta su come venire incontro agli Stati Uniti e magari alleggerire le tariffe sull’agroalimentare, visto che Trump chiede di esportare di più in Europa. Lollobrigida fa l’esempio della soia: «Ne compriamo in quantità enorme da Argentina e Brasile. La percentuale che acquistiamo dagli Stati Uniti è di un sesto rispetto ad altri Paese. Se noi diamo un segnale e compriamo più soia, anche pagandola leggermente di più, potremmo indurre gli Stai Uniti a riflettere sul fatto che la soia ci serve per l’allevamento per delle vacche, che queste danno il latte per il parmigiano e quindi quel prodotto potrebbe non avere dazi». Tornando alla flessibilità tanto appoggiata da Fitto, le priorità indicate per rimodulare i programmi dei fondi coesione sono cinque: competitività, energia, difesa, casa e acqua. Proprio sul tema dell’acqua, per il presidente di Acea Tommaso Sabato è necessario concentrarsi sul riuso e sulla chiusura del ciclo idrico, garantendo gli approvvigionamenti, oltre che per l’uso civile, anche a quello agricolo e industriale.