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 2025  luglio 06 Domenica calendario

Mobili mai consegnati, ex tronista condannato a 11 anni

Non era finita benissimo nemmeno la sua esperienza a Uomini e Donne. Marco Paolo Filippin, il bello e richiestissimo della trasmissione della De Filippi (stagione 2007/2008), aveva dovuto abbandonare il trono dopo che si era scoperto che aveva passato una notte clandestina con un’ex corteggiatrice, e le due donne rimaste in gara non l’avevano presa bene. Lui aveva accusato il programma di Canale 5 di aver orchestrato tutto, così aveva rifiutato le logiche dello show. Ma tant’è, la sua avventura televisiva era finita lì.
Anche quella successiva di imprenditore non è andata meglio. Ha prima tentato nel campo della ristorazione, ma è stato un disastro (anche giudiziario). Poi si è messo a vendere salotti e cucine a Brugnera, provincia di Pordenone. O meglio, prometteva di farlo, ma poi i mobili non li consegnava. Per questo Filippin, oggi 62enne, è stato condannato in primo grado a 11 anni e 9 mesi per truffa e bancarotta fraudolenta e documentale. Il giudice Eugenio Pergola del Tribunale di Pordenone ha inflitto una pena superiore alla richiesta del pm Federico Baldo, che era di 8 anni e 8 mesi. Condannata a due anni anche Paola Francovich, l’ex moglie (l’accusa per lei aveva chiesto l’assoluzione) e amministratrice della società (Fabbriche Riunite srl) dal dicembre 2015 al gennaio 2019. Poi aveva ceduto formalmente la guida a Filippin che l’aveva tenuta per quattro mesi fino al 21 maggio, quando l’attività era fallita.
Una sessantina i casi denunciati dai clienti. Il signor Pompeo, per esempio, lamentava di aver consegnato 32 mila euro («la metà del mio tfr»), il signor Alberto 6.600, molti altri una caparra di un paio di migliaia di euro. Tutti erano rimasti con le case spoglie. L’inchiesta era partita ipotizzando che già da anni l’attività fosse in crisi e che, quindi, Filippin avesse promesso ciò che sapeva già di non poter mantenere. La Procura ha quantificato in 280 mila euro la cifra complessiva distratta o dissipata dagli amministratori della società.
Oltre alle vittime, a cui il Tribunale ha riconosciuto il danno patrimoniale e morale, si sono costituite come parte civile anche la Federconsumatori e il Codacons. «Anche a noi associazioni è stato riconosciuto un danno non patrimoniale di mille euro – spiega l’avvocata Daniela Magaraci, legale del Codacons —. Siamo soddisfatti perché conferma l’attenzione del Tribunale verso le persone che vengono raggirate. Non si è infatti trattato solo di un’inadempienza contrattuale, come ha invece sostenuto la difesa».
Durante il dibattimento, è stata infatti questa la tesi portata avanti dall’avvocato Lorenzo Magnarelli, difensore di Filippin: nessun reato penale, solo contratti che non sono stati rispettati. Ora ha annunciato ricorso contro la decisione di primo grado. Secondo la difesa non sono stati riconosciuti («anche per inesistenza delle prove») la metà degli episodi contestati, quindi reputa «illogica» una pena superiore alla richiesta del pm. Sicuramente sul conteggio finale ha pesato l’effetto moltiplicatore della recidiva, visto che già in passato era stato condannato per reati simili.
Ora Filippin, che dal trono di Canale 5 si è trovato sulla scomoda sedia di imputato in un aula di giustizia, proverà a difendersi in appello, puntando ancora una volta sulla sua buona fede come aveva fatto dopo essere uscito da Uomini e Donne. «Maria De Filippi non mi ha sostenuto perché ero diventato scomodo – protestò allora —. Io sono stato vero, per questo mi hanno messo da parte». In tv non gli hanno creduto. Neanche il giudice di primo grado.