Corriere della Sera, 6 luglio 2025
Voleva vendicarsi della sua ex, ma l’esplosione ha ucciso Jacopo
La follia di un uomo definito «tranquillo» unita al desiderio di punire la donna di cui si era invaghito morbosamente e che, nel suo delirio, l’aveva lasciato a Torino per andare a trovare il fidanzato. Sembra essere questa, unita ad alcuni flaconi di liquido infiammabile, l’assurda causa dell’esplosione che ha sventrato un palazzo di 5 piani in via Nizza 389, nel quartiere torinese del Lingotto, provocando la morte di Jacopo Peretti, 33 anni e il ferimento di altre 5 persone, fra cui una bambina di 6 anni e un ragazzino di 12. Lo scoppio è avvenuto alle 3.10 del 30 giugno ed è stato provocato volontariamente. Ieri pomeriggio gli agenti del commissariato di Barriera Nizza e gli investigatori della squadra Mobile hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, una guardia giurata di 40 anni. Le accuse, per il momento, sono di omicidio volontario e disastro doloso.
Pochi minuti dopo la deflagrazione, mentre le fiamme devastavano quello che era rimasto del tetto e degli appartamenti tra il quarto e il quinto piano, alcuni inquilini hanno visto uscire dal portone uno sconosciuto con ferite e ustioni. Un uomo che si è poi allontanato senza farsi medicare dai soccorritori, ma la polizia, sotto il coordinamento della pm Chiara Canepa, lo ha individuato dopo aver passato al setaccio decine di filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona.
Le immagini mostrano un uomo che si avvicina al portone dove, probabilmente, entra con un mazzo di chiavi. Con una mano la guardia giurata sorregge una borsa, non troppo grande. Dove si intravedono quelli che potrebbero essere flaconi di sostanze infiammabili e reagenti chimici. Esce dal palazzo in fiamme dopo circa 20 minuti e fa perdere le sue tracce. In quel breve periodo, secondo la ricostruzione degli investigatori, il vigilante sarebbe salito al quinto piano con l’intento di dare fuoco alla mansarda (vuota) dove vive Madalina Ionela Hagiu, 30 anni. È lei la donna di cui la guardia giurata si è follemente innamorata. Hanno avuto una relazione, si sono frequentati in maniera abbastanza assidua, ma lei è andata a trovare il suo fidanzato all’isola d’Elba e dovrebbe tornare a Torino nel pomeriggio.
Gli accertamenti dei vigili del fuoco hanno permesso di individuare tracce di innesco, ma, in base le prime ricostruzioni, la guardia giurata non aveva intenzione di uccidere. Voleva appiccare un incendio, distruggere quella mansarda, ma saranno le perizie tecniche a stabilire che cosa abbia provocato la devastante esplosione che ha ucciso Jacopo Peretti, il 33enne di Mazzè che, ignaro, dormiva nell’appartamento a fianco. Si era trasferito a Torino per studiare alla scuola di management ed economia dell’Università e lavorare in una società di consulenza in campo energetico. Il suo corpo, completamente carbonizzato, è stato trovato dopo quasi 8 ore di ricerche. Quando hanno saputo che lo scoppio era stato doloso i genitori di Jacopo, Marzia e Paolo, sono rimasti «sconvolti e senza parole». Ma hanno comunque trovato la forza di ringraziare tutti gli abitanti del palazzo per la straordinaria solidarietà ricevuta: «Grazie a voi che ci avete aiutati, supportati e consolati in questi momenti così drammatici – hanno scritto su un foglio di carta attaccato alle transenne —. Grazie per la vostra disponibilità e sensibilità e l’affetto che ci avete regalato».
Sono ancora molti i lati oscuri della vicenda e ci sono tanti particolari da chiarire. Di certo, però, le dichiarazioni di Madalina, rientrata a Torino venerdì (e alloggiata in un luogo segreto) assieme alla collaborazione dei colleghi e dei familiari del quarantenne torinese sono stati determinanti per incastrare il quarantenne.