Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  luglio 06 Domenica calendario

Pnrr, l’altolà di Fitto: nessuna proroga

Stop alle proroghe sul Pnrr. Il termine resterà agosto del 2026. A dirlo è il vicepresidente della Commissione europea con delega alle Politiche di coesione e al Pnrr, Raffaele Fitto. Proprio l’artefice delle prime revisioni del Piano di ripresa e resilienza italiano quando questo era l’oggetto principale della sua delega di ministro del governo Meloni. Ieri, ospite del Forum in Masseria di Bruno Vespa, organizzato da Comin & Partners, Fitto ha tirato il freno: «Non si può più dare alcuna deroga, soprattutto perché questo prevederebbe la modifica di tre regolamenti, l’approvazione da parte di tutti gli Stati membri all’unanimità e la ratifica di numerosi parlamenti nazionali». E a chi gli ha chiesto se non fosse possibile rimuovere l’ostacolo della unanimità (non solo per il Pnrr), il commissario ha risposto: «Ci vuole l’unanimità per togliere l’unanimità...».
Fine di ogni forma di flessibilità per il Pnrr, dunque? Fitto lo nega: «Nella comunicazione che abbiamo approvato diamo agli Stati membri molte opzioni per poter risolvere il problema». Tra queste, «la possibilità di collocare fuori dal Pnrr e dentro la politica di coesione i progetti che dovessero avere dei problemi ad agosto del 2026 (data finale del Pnrr, ndr)». Questo perché invece i programmi della coesione recano invece la scadenza del dicembre 2029.
Intanto, l’Italia ha visto l’approvazione della settima rata e la comunicazione del raggiungimento dei risultati dell’ottava. «Il prossimo passaggio – ha spiegato Fitto – potrà essere quello di un’ulteriore, eventuale revisione che il governo valuterà con la Commissione europea, per completare e migliorare gli aspetti delle ultime due rate e quindi favorire il raggiungimento dei risultati». Fitto ha molto insistito sulla «positiva collaborazione tra Commissione e governo italiano» e si è tenuto alla larga dalle domande che avrebbero potuto trascinarlo in polemiche interne. Ad esempio, sul rapporto tra Comuni e Regioni nell’attuazione del Pnrr: «Per me, sarebbe come un tuffo dal ventesimo piano...», ha scherzato.
Allo stesso modo, il commissario ha negato frizioni con la presidente Ursula von der Leyen sul prossimo bilancio pluriennale, che vedrebbe una verticalizzazione nella gestione dei Fondi di coesione, a scapito delle Regioni, ma anche dello stesso Fitto. Che ha spiegato come, sul ruolo delle Regioni nella gestione dei fondi Ue, «la discussione è in corso» e ci sono «tutte le condizioni perché anche le Regioni continuino ad avere un ruolo importante».
Il vicepresidente, infine, ha rivendicato come un risultato importante avere individuato le cinque priorità in base alle quali saranno rimodulati i programmi di coesione attuali: la competitività, l’energia, la difesa, la casa e l’acqua. «Sono su base volontaria – ha detto – e ogni Stato può decidere di utilizzarne una-due o tutte e cinque. È una libera scelta ma va nella direzione di rafforzare gli obiettivi che devono essere raggiunti a livello europeo».
Al Forum è intervenuto anche Francesco Paolo Sisto: il viceministro alla Giustizia, a proposito della separazione delle carriere, ha detto che il referendum confermativo «è pensabile possa tenersi nella primavera del 2026».