Corriere della Sera, 5 luglio 2025
Picasso, Modigliani e gli altri tesori: sul Lago Maggiore il museo (illegale) dei miliardari morti
Trittici rinascimentali di scuola fiamminga, disegni di Picasso, arazzi, mobili intarsiati, un quadro di Bruegel il Giovane, una scultura di Rodin e un’opera che una perizia spagnola attribuisce a Modigliani. Nella faraonica villa di Lesa, con vista sul Lago Maggiore, Gunther Hans Ludwig Kiss, l’eccentrico miliardario tedesco protagonista di casi giudiziari e controverse avventure imprenditoriali tra Piemonte e Svizzera, custodiva un tesoro del valore di centinaia di milioni di euro. Una pinacoteca personale con quasi 300 capolavori acquistati girando il mondo a bordo del suo jet privato, inseguendo «caldo e bellezza», tra Marrakech, Marbella e le isole greche.
Nel febbraio del 2023 Kiss, divenuto cittadino svizzero, ma con residenza a Novara, è morto all’età di 81 anni, a una settimana esatta di distanza dalla moglie. Una circostanza misteriosa e il «giallo» è diventato più fitto quando una telefonata ha avvisato la Soprintendenza di Novara della presenza di «opere d’arte di inestimabile valore artistico esportate illegalmente dalla Spagna» all’interno della villa di Lesa e «presso locali e pertinenze» di una società dei due anziani coniugi. Che non avevano figli, ma prima di morire avevano ceduto quasi tutti i loro averi a una fondazione con sede in Liechtenstein e venduto (almeno formalmente) la residenza sul Lago Maggiore a una società semplice intestata a un imprenditore edile svizzero.
Una vicenda intricata sulla quale i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Torino, guidati dal generale Francesco Gargaro, sono riusciti a fare luce grazie a un‘inchiesta che ha permesso di restituire alla Spagna 65 opere d’arte trasferite dalla villa di Marbella a quella sul Lago Maggiore nel 2018. I coniugi Kiss avevano chiesto una regolare autorizzazione, ma il Ministero della Cultura iberico l’aveva negata, ma la coppia aveva deciso di esportarli illegalmente affidandosi a un «corriere di fiducia». Secondo la Guardia Civil si trattava di 90 capolavori artistici, 50 dei quali sono stati recuperati a Lesa. Altri 15 dipinti sono stati rintracciati dai carabinieri in due gallerie d’arte di Milano e Genova e nelle case di collezionisti privati in giro per l’Italia. Delle altre opere sembra essersi persa ogni traccia.
In Spagna rientrerà sicuramente la pala d’altare (retablo in spagnolo) di scuola fiamminga, risalente al XVI secolo, che ha dato il nome all’inchiesta, condotta con la collaborazione di Eurojust. Il valore della scultura lignea, che riproduce la «Passione di Cristo» è stimato in 350 mila euro ed è stata sequestrata dai carabinieri ad aprile del 2023, quando riuscirono a entrare nella villa di via Sempione con uno stratagemma. Gli investigatori, coordinati dal maggiore Ferdinando Angeletti e dai procuratori di Verbania e Torino, Alessandro Pepè e Giovanni Bombardieri, finsero un controllo sulle armi possedute dai defunti e trovarono il «retablo» appeso a una parete.
Resta ancora da definire il destino di quadri e sculture (in tutto circa 200 opere d’arte) rimaste nella villa e al centro del contenzioso civile sull’eredità. Fra i creditori, un gruppo energetico tedesco (che reclama 24 milioni di euro per una causa sui brevetti) e i dipendenti della coppia di miliardari, rimasti senza indennità e Tfr.