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 2025  luglio 04 Venerdì calendario

Intervista a Elisa Isoardi

Elisa Isoardi, papa Leone XIV lo ha scoperto lei!
«Non esageriamo! Però è vero che con Franco Di Mare lo avevamo ospitato a Uno Mattina ai tempi dell’elezione di Francesco».
Avevate visto lungo.
«Non era ancora vescovo, era venuto con il saio. Mi hanno mandato un estratto di quel video il 17 maggio, una coincidenza pazzesca».
Perché il 17 maggio era il primo anniversario della morte di Franco Di Mare.
«Mi è sembrato un suo regalo da lassù: l’unica cosa che ci distingue dagli atei è proprio saper cogliere i segnali».
Sapeva che era malato?
«No, l’ho scoperto da Fazio e ci sono rimasta malissimo, perché era il mio mentore. Avevamo lavorato insieme per due anni, mi aveva insegnato l’abc. Ripeteva: “Ricordati di vestirti bene, perché stiamo entrando a casa delle persone e dobbiamo averne rispetto”. E poi lo studio, la precisione: imparavo da lui per emulazione. La sera di Fazio gli mandai un messaggio su WhatsApp per dirgli che mi dispiaceva: rispose con un cuore».
È l’unico momento in cui Elisa Isoardi si commuove. Perché per tutta l’intervista, invece, gli occhi le brilleranno (nonostante la diffidenza fisiologica verso i giornalisti). In autunno tornerà ogni sabato su Rai 1 con un programma tutto suo, «Bar centrale», di cui è autrice e conduttrice. Racconta: «Faremo un riassunto delle notizie della settimana e poi dei collegamenti con bar e circoli dei paesi, per ascoltare il punto di vista di chi le notizie le vive sulla propria pelle. Il contatto con la gente comune l’ho imparato da mia nonna».
Che bambina era?
«Vengo da Monterosso Grana, un paese in montagna nel Cuneese che quando era popolato aveva 1.000 abitanti».
Cosa voleva diventare?
«Il prete!
Mia nonna mi portava tutte le domeniche a messa. Volevo fare il chierichetto, ma a 6 anni non arrivavo nemmeno all’altare per passare l’acqua e il vino al celebrante. La prima tappa fu recitare il rosario con le altre parrocchiane, poi dagli 8 ai 9 anni riuscii a servire messa e a 11 fui promossa al salmo responsoriale. Un giorno rubai il breviario e lo portai a casa, dove feci delle ostie con la mollica del pane e officiai la mia prima celebrazione. Quando citofonò il prete per richiederlo indietro, mia nonna gli rispose: “Sì, salga, ma la messa non è ancora finita”».

Ha incontrato Leone XIV?
«Avrà altre priorità ora. Vorrei andare a ottobre».
Francesco lo aveva conosciuto?
«No, però Ratzinger sì. Ma il mio primo papa fu Wojtyla. Con la scuola, il Collegio femminile della Salette di Roma, andai per il Giubileo del 2000: io portavo lo stendardo».
Com’era finita nella capitale dal Piemonte?
«Volevo fare una scuola di teatro, per superare la mia timidezza. Mia madre mi sfidò: se trovi da sola un collegio dove stare e se prendi anche un diploma normale, puoi farlo: nel ‘98 tornai a casa con due diplomi, teatro e geometri».
Concilio poco la timidezza con Miss Fragola, Miss Muretto e Miss Italia.
«Mi aveva iscritta lei! Forse vedeva in me qualcosa di cui io non ero consapevole. Miss Fragola la vinsi a 14 anni».
Come mai, dopo, Roma?
«Lo avevo promesso a me stessa quando mia madre mi ci aveva portato, a 9 anni. Ai Fori Imperiali abbracciai la statua di Giulio Cesare e le dissi con aria solenne che un giorno sarebbe stata la mia città: quel rito l’ho ripetuto con i tre i figli di mio fratello».
Cos’ha preso da sua mamma Irma?
«È una delle donne che ammiro di più, per il coraggio, la forza, gli insegnamenti. Si era sposata a 15 anni e ha avuto subito mio fratello, poi a 21 sono nata io, e quando avevo 3 anni si è separata. Ha fatto tre lavori per mandarmi a scuola: di giorno al bar tabacchi di mia nonna, il fine settimana a servire i tavoli, poi ha aperto una lavanderia, e dopo altre due. Mi ha trasmesso la fame».
Ci pensa alla maternità?
«No, mai. Non so se il mio è egoismo, mancanza di altruismo. Mi piace la vita che mi sono costruita, mi sento molto realizzata con il lavoro».
Non ha mai pensato di congelare gli ovuli?
«No, preferisco vie più tradizionali. Ho un’idea classica di famiglia: un figlio fa parte di un progetto di coppia».
Sogna il matrimonio?
«Io sono sposata con la Rai: farò 20 anni ad agosto».

Ora è fidanzata: con lo chef stellato Ernesto Iaccarino.
«Sto attraversando per la prima volta un periodo molto sereno nel privato, e questo mi fa molto bene anche sul lavoro. Ma preferisco non parlarne, ho paura che distragga da quello che faccio».
Beh, fu lei a pubblicare sui social la foto sua e di Matteo Salvini a letto per annunciare la fine della vostra relazione...
«Era il 2018, ormai quel reato è passato in prescrizione. Volevo prendermi la libertà di dire io come stavano le cose. Ho sbagliato, chiedo scusa, ma sono passati 7 anni...».
Vi siete più incrociati?
«Forse una volta nei corridoi Rai. Ci siamo salutati».

Da piccola cosa guardava in televisione?
«Bim Bum Bam, Scommettiamo che?, Miss Italia...».
Cosa pensa della epurazione di Miss Italia dalla Rai?
«Mi dispiace perché posso dire per esperienza che è un concorso pulito, mai uno scandalo: noi concorrenti non potevano vedere nessuno, nemmeno i nostri genitori. E poi, rispetto a quello che si vede oggi, lì c’erano dei valori. E avevi l’opportunità di entrare nel mondo dello spettacolo».
Lo presenterebbe?
«Con grande piacere, ma solo se tornasse in Rai, perché ha senso lì, non altrove».
I suoi miti in tv?
«Uno è Fabrizio Frizzi, che conobbi al concorso. Quando ho cominciato a lavorare in Rai, si è sempre ricordato di mandare un messaggio prima di un nuovo programma. Era generosissimo con i giovani».
Chi altro?
«Milly Carlucci. Lei è tutto ciò che chi fa questo mestiere spera di diventare. Quando partecipai come concorrente a Ballando con le stelle, fu una lezione quotidiana, per me che sono così impulsiva».
C’è qualcosa che tornando indietro non rifarebbe?
«Forse l’Isola dei Famosi, perché mi sembra un tradimento rispetto alla Rai. Io sono aziendalista dentro».
Ha più di 650 mila follower su Instagram. Che effetto fa?
«Sono l’unica che non ci guadagna (ride, ndr)! Non faccio pubblicità per scelta, mi sembra deontologicamente scorretto, anche se non sono giornalista e in teoria potrei».
Ha anche un fan club!
«Sì, ho voluto conoscere la responsabile, Debora Faravelli. Da poco ha tirato fuori un video di me a Castrocaro con Lucio Dalla: lui era un poeta moderno, amo tutte le sue canzoni, ed è proprio vero che le persone più grandi sono le più semplici. Avevo una grande ansia di prestazione, a quell’età, ma anche una bella incoscienza».
Incassò pure i complimenti di Raffaella Carrà.
«A Un giorno da pecora disse che ero molto brava, carina e bella, e che avrei dovuto avere un nuovo programma perché ero una delle poche giovani ragazze che sapeva fare con barbo e grazia il suo lavoro».
Effetti collaterali della notorietà: lo stalker.
«Era lo stesso della Pausini. Non è stata una bella esperienza, però mi è chiaro che dall’altra c’è una persona con un problema, che va curato».
Come andò con La prova del cuoco? Chi ha rubato il programma a chi?
«Ma nessuno... All’andata, nel 2008, io avevo sostituito Antonella Clerici durante la gravidanza. Al ritorno, nel 2018, è stata l’azienda a chiedermi di tornare, mentre Antonella aveva altri programmi da fare. Certo, la chiusura della Prova del cuoco mi è dispiaciuta, anche perché dopo sono rimasta ferma un paio d’anni, non è stato semplice».
Cosa sogna di presentare?
«Domanda facile: Sanremo. È il sogno di tutti. È il punto d’arrivo che i bravi conduttori fanno diventare un nuovo punto di partenza».
Chi l’ha emozionata di più?
«Lech Walesa, quando lo intervistai con Franco Di Mare al Maschio Angiono. E poi Daniel Goleman».
Con Linea Verde ha viaggiato tanto. Imprevisti?
«In Africa ne sono successe di tutti i colori, tra insetti e piogge torrenziali. Ma io sono il maschiaccio della squadra, non mi spaventa niente».