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 2025  luglio 04 Venerdì calendario

Cruciani-Lucarelli, botta e risposta. «Di lei non parlo». «Non capisco, era stato lui a mettermi le corna»

Botta e risposta fra Giuseppe Cruciani e Selvaggia Lucarelli. Punge per primo il conduttore de «La Zanzara», in un’intervista al Corriere della Sera: «Ho deciso di non parlare mai di lei e di un’altra storia». Nient’altro.  
Risponde lei, nella sua newsletter Vale Tutto, nella quale dice che «questa cosa che io non vada nominata ogni volta crea strane suggestioni, come se gli avessi fatto qualcosa, come se tra noi fosse successo qualcosa di sinistro, come se fossi stata una merda tale da non poter avere neppure più un nome...».  Ricorda che sono passati 13 anni da quella frequentazione.  
E che ci sono almeno due buone ragioni per cui è arrivato a suo dire il momento di mettere «un punto a ‘sta storia».
La prima, scrive Lucarelli, «è che non siamo stati davvero fidanzati. Ci siamo frequentati per un brevissimo periodo (forse un mese e mezzo) e vedendoci molto di rado, un pranzo e qualche cena, una volta ho tenuto sua figlia con me a casa mentre era a vedere una partita, non ricordo più molto. Non serve che aggiunga altro, una storia mai decollata come tante, immagino anche per lui».  
La seconda ragione «per cui non ho alcun motivo di NON NOMINARE Cruciani, è che io, al contrario suo, i miei problemi con lui li ho risolti 13 anni fa, praticamente il giorno dopo la decisione di non frequentarci più. Ed è buffo che LUI non li abbia risolti con me, per un semplice fatto: che io ai tempi non gli ho fatto un bel niente...».  
Puntualizza di aver vissuto molte storie non le hanno lasciato nulla, mentre di quella con Cruciani è rimasto «almeno un buon aneddoto...».
Racconta che nel 2012 sono andati a cena in un noto ristorante giapponese di Milano. Lui spilucca, lei mangia e lo vede agitato, a guardare e riguardare il cellulare. «Che hai? – chiede lei – “Non mi funziona twitter"». Selvaggia Lucarelli cerca di capirne di più, lui le fa vedere che non riesce a entrare nel suo account.  «Gli do il mio telefono e gli dico: tieni, loggati col tuo account e poi quando hai finito, esci.
Gli si illuminano gli occhi. Inizia a trafficare un po’ col mio telefono, poi si slogga e me lo restituisce...».
Escono dal ristorante e ognuno a casa propria. 
«Quella sera però, la storia si fa almeno interessante perché per uno strano disegno astrale (altrimenti detto “sfiga”), al mio telefono succede qualcosa di imprevisto.
Giuseppe era correttamente uscito dal mio account twitter, ma per qualche strano motivo sullo schermo del mio telefono in modalità preview mi apparivano dei messaggi. Più precisamente i direct (messaggi privati) che Cruciani riceveva e inviava via twitter. E questo nonostante io fossi loggata, su twitter, con il mio account».
E qui la stoccatina: «Quei direct iniziarono esattamente quando arrivai a casa dopo cena. Non capii subito. Mi apparivano dei botta e risposta sullo schermo con allusioni chiaramente intime... Poi, l’illuminazione. Ecco perchè era così agitato a cena. E ha usato il mio telefono per avere questi contatti con altre».
Dice di averlo chiamato indemoniata: «Gli ho detto tutto, ma ammetto di essermi goduta l’ebrezza di essere presa per il culo così spudoratamente. Non mi era mai successo, non avevo mai scoperto tradimenti, non avevo mai vissuto il pathos della scoperta delle corna. E questa storia senza un grande coinvolgimento mi consentiva di vivere l’esperienza senza eccessi di struggimento...».
Il giorno dopo ha trascorso la mattina «costantemente aggiornata sulla sua attività flirtereccia... Non riuscivo a liberarmi di queste tizie che mi chiedevano se ci saremmo visti prima o dopo la radio (ovviamente sorvolo su tutti i contenuti)».
Ha quindi dato appuntamento a Cruciani per il giorno dopo: «Quando arrivai gli dissi semplicemente: “Adesso andiamo insieme in un negozio di telefonia qui dietro”. “Perché?”. “Perché vedo tutti i tuoi direct twitter, ci serve un tecnico che risolva il problema”.
Vidi la morte nei suoi occhi». O forse la vita senza di me, che- ormai mi era chiaro- non doveva essere un’ipotesi tra le più strazianti...
Fuori di lì, lui farfugliò qualcosa, era dispiaciuto. Io gli dissi che non c’era problema e che amen, finiva così».
Non ci fu né discussione né altro: «Io ero nel ruolo della “mazziata” più ancora che della cornuta, quindi – come si dice in questi casi- ci mollammo con estrema civiltà...
È per questo che poi, negli anni, non ho capito perchè sarei diventata “quella persona”, quella di cui non si parla, quella che non va nominata pur nominandomi. Gli ho risparmiato piazzate, messaggi rancorosi, aneddotica vittimistica su quanto mi abbia traumatizzata, colpe sparse della serie “dopo di lui non mi sono più fidata degli uomini blabla”. Non ho rotto i coglioni. Al massimo una battuta... Mi sono sfogata con amici ed è morta lì». 
Svelato il mistero, conclude così: «Giuseppe Cruciani aveva tutte le attenuanti. È fedele da più di un decennio a David Parenzo. È giusto che fuori da quella relazione tragga conforto da chiunque. Se lo merita».