repubblica.it, 4 luglio 2025
Lega ancora in rosso, e Vannacci non dà un euro a via Bellerio
L’anno 2024, economicamente parlando, non si chiude bene per la Lega: quasi un milione e mezzo di saldo negativo. E va bene che ci sono 700 mila euro in banca di disponibilità liquide, ma sono in calo di oltre 300 mila euro rispetto all’anno prima. E poi c’è un altro dato più politico: il vicesegretario Roberto Vannacci, eletto in Europa da indipendente e poi passato direttamente al ruolo di numero due del partito, non ha ancora versato un euro al Carroccio come fanno tutti gli eletti, compreso il segretario Matteo Salvini. Per il militare sembra vigere una sorta di regime speciale.
Ma andando con ordine, i conti della “Lega per Salvini premier": il rosso del 2024 è sicuramente meno peggio di quello del 2022 (ben 4 milioni di euro), ma è un nuovo passo indietro rispetto al sostanziale pareggio del 2023. I fondi derivanti dal 2 per mille sono inchiodati a poco più di un milione l’anno: nel 2019, anno di grazia irripetibile per la Lega nazionalista, arrivarono oltre 3 milioni dalle scelte dei contribuenti, poi via via scesi di anno in anno.
«Il partito politico è un’associazione non riconosciuta e pertanto non soggetta alla normativa civilistica delle società di capitali che impone una ricostituzione del capitale – scrive nella relazione il tesoriere Alberto Di Rubba – tuttavia si ritiene che l’associazione ripristinerà il proprio equilibrio patrimoniale attraverso le contribuzioni future che perverranno dalle quote associative e dalle contribuzioni dei vari soggetti». Tradotto: tesseramenti e versamenti degli eletti. In effetti nella Lega, a vedere le carte e fino a maggio 2025, contribuiscono economicamente tutti. Tranne due: il fondatore Umberto Bossi, ormai da anni in rotta di collisione con il vicepresidente del Consiglio, virtualmente ancora leghista ma nella pratica no; e il generale sospeso dall’esercito, tesserato da aprile, cooptato direttamente in segreteria senza neanche passare dal via. «Braccio teso ma braccino corto...», è la battuta che circola tra chi non lo ha mai particolarmente amato in via Bellerio. Per far posto a Vannacci – il quale per mesi ha brigato per la messa in proprio con la creazione di un partito fai-da-te, salvo poi scoprire di non averne le forze – dalla vicesegreteria era stato rimosso Andrea Crippa, fedelissimo del “Capitano”, già segretario dei Giovani padani. A maggio Salvini aveva assicurato che per lui era pronto «un ruolo rilevante al mio fianco per il bene della Lega», “ruolo rilevante” non ancora pervenuto. Quanto ai versamenti di Vannacci, «eventuali erogazioni le troverete pubblicate» (stessa risposta che questo giornale ricevette ad ottobre 2024).
La vecchia scatola partitica, la Lega Nord per l’indipendenza della Padania, è ancora in vita: chiude il 2024 anch’essa con una perdita di 72 mila euro, nonostante il contributo di 230 mila euro della “Salvini premier”. I debiti della Lega originaria ammontano a 17,9 milioni: l’accordo del settembre 2018 con la procura di Genova per la restituzione dei famigerati 49 milioni e le permette di restituire la somma del vecchio finanziamento pubblico in 75 anni, cioè comode rate da 600 mila euro l’anno a interessi zero, riducendo il costo reale (ai valori odierni) della zavorra di oltre 30 milioni. Anche il vecchio Sole delle Alpi, formalmente commissariato da Igor Iezzi, ha comunque un attivo in banca: 440 mila euro.