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 2025  luglio 04 Venerdì calendario

Troppi “amici”: dalla Corte dei Conti stop a 175 nomine dirigenziali al Mic

“Neppure oggi è arrivato nulla?”. Al MiC, lontani dai palazzi, sono giorni d’apnea. Mentre il ministro Alessandro Giuli era impegnato a coprire gli attacchi dell’opposizione sul caos cinema – con le dimissioni della presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia, del dg Borrelli –, a litigare sul Premio Strega e volare a Berlino a inaugurare mostre, migliaia di dipendenti e centinaia di dirigenti del suo ministero dal 1º luglio si trovano ad affrontare ben altri problemi: 175 nomine dirigenziali in altrettanti uffici (Archivi di Stato, Musei, Soprintendenze, Istituti), attese entro e non oltre il 30 giugno, che non sono ancora arrivate. E lo si è appreso nel momento stesso in cui non sono arrivate. Significa che decine di uffici sono retti in proroga da dirigenti che non sanno dove saranno tra qualche giorno, decine di dirigenti (pagati come tali) sono privi di incarico, mentre almeno una trentina di istituti, per cui i dirigenti in carica non potevano essere più prorogati (ordini della Corte dei Conti), sono rimasti paralizzati, con il direttore generale d’area che si è trovato a scegliere, nelle ultime ore, un funzionario a cui assegnare i poteri di firma per qualche giorno. “Ne consegue un danno retributivo e contributivo per la dirigenza titolare, in aperta violazione del principio del buon andamento e della continuità dell’azione amministrativa, con pregiudizio per l’immagine e la credibilità del ministero”, ha scritto il Cida, la Confederazione Dirigenti e Alte professionalità, il 2 luglio. Ma il problema è ancora lì.
L’esito della ricerca dirigenti è del tutto inatteso e lo sgomento nelle chat ministeriali, da giorni, è totale. Dalla fine del 2024 (la riforma ministeriale voluta da Gennaro Sangiuliano prevedeva il decadimento e il rinnovo di tutti i dirigenti) si attendeva questo “giro” di nomine, con centinaia di uffici retti in proroga o ad interim da mesi. Ma solo il 26 maggio è arrivato l’interpello per queste 175 sedi, e dentro c’è un po’ di tutto: la Biblioteca Nazionale di Roma, Castel Sant’Angelo, Ercolano, gli Archivi di Stato di Milano, Firenze, la Soprintendenza di Venezia, Napoli… Tutti al MiC si aspettavano nomine veloci, dati i mesi passati per redigere le “liste” dei nuovi dirigenti, in modo da rispettare criteri tecnici ma anche politici. E invece dopo altre sei settimane tutto è ancora congelato. Il perché lo spiegano al Fatto fonti interne al ministero: ci sarebbe stato uno stop della Corte dei Conti riguardante i dirigenti nominati in deroga, presi da altre amministrazioni o che non hanno superato un concorso da dirigente. Il ministero ne è zeppo dai tempi di Dario Franceschini, che aveva elevato la soglia massima di incarichi fiduciari consentiti dalla legge. E i nuovi venuti, come ovvio, avevano i loro da aggiungere (o sostituire). Ma secondo la Cdc tutti insieme erano troppi. Le liste risulta siano ora in fase di riscrittura nell’ufficio del capo di gabinetto. Nessun dirigente sa dove sarà spedito, nessun ufficio sa da chi sarà diretto domani. Con un Pnrr da spendere entro la metà del 2026. E questi non sono tutti i dirigenti in attesa di rinomina: il 4 febbraio è uscito il bando per dirigere 5 grandi musei (Colosseo, Mann di Napoli, Accademia di Firenze…). Ma i colloqui inizieranno, dopo 6 mesi, il 7 luglio.