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 2025  luglio 04 Venerdì calendario

Il Ponte sullo Stretto verso il via libera. L’assist degli Usa: "Opera ambiziosa"

Il Ponte sullo Stretto di Messina, fortemente voluto dal ministro Matteo Salvini, incassa l’assist inaspettato dell’amministrazione Usa. E indirettamente della Nato. Questo perché l’opera potrebbe essere classificata come “spesa militare” e rientrare così nel pacchetto di investimenti per la Difesa, alzato durante l’ultimo vertice al 5 per cento del Pil di ciascuno Stato membro.
Cosa c’entra il Ponte con la difesa? L’idea è di classificare quella che viene considerata “opera strategica” come spesa “militare”, trattandosi di un progetto che avrebbe importanti ricadute sui collegamenti del Paese, e dunque anche su potenziali movimenti nell’ambito del comparto delle forze armate, ma anche di un potenziale asset per la logistica civile e militare nel Mediterraneo.
Del resto la soglia del 5% fissata al vertice Nato, sotto la spinta del presidente americano, si compone per il 3,5% di investimenti militari e per il resto di infrastrutture per migliorare la capacità difensiva, con ricadute anche in campo civile. Ecco che così il ponte rientrerebbe sotto l’ombrello dei progetti ammessi dalla Nato, così come il costo di oltre 13 miliardi in quel 1,5% di Pil. Il tutto con il vantaggio di velocizzare le procedure.

Salvini ha annunciato che il via libera del Cipess è imminente, entro il mese di luglio, ma il leader della Lega confida in questa nuova strada aperta grazie alla spinta trumpiana sulle spese per la Difesa. “Se fra queste spese per la sicurezza – ha detto Salvini – inseriamo ad esempio infrastrutture strategiche importanti per l’Italia, c’è un senso”.
Apprezzamento, è arrivato anche dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Tilman J. Fertitta: “Le ambizioni dell’Italia nel campo delle infrastrutture e dei trasporti le vorremmo anche in America. Parlo del più grande ponte del mondo, e voglio che si faccia”. Dall’altra parte l’Unione Europea accelera la pratica sulla mobilità militare, ovvero il piano per ammodernare le infrastrutture degli Stati membri: sul tavolo ci sono “500 opere prioritarie da affrontare con urgenza”. Il ponte di Messina potrebbe rientrare tra i progetti classificati come dual use. Ma “spetta alle autorità italiane valutare se lo scopo principale del ponte sia militare o civile”, ha chiarito un portavoce della Commissione Ue.
La classificazione della spesa non è mera burocrazia contabile, ma essenziale per l’attivazione o meno della clausola di salvaguardia, che consente un aumento del capitolo per la difesa senza il rischio di incorrere in una procedura di infrazione. Sui costi e benefici dell’opera, Salvini valorizza l’impatto economico del progetto: “La manutenzione del Ponte si ripagherà ampiamente grazie ai passaggi di veicoli e treni. Andate a guardare quanta ricchezza in più produrrà per tutte le regioni italiane e quanti posti di lavoro creerà”.
Il comitato siciliano “Invece del ponte” attacca: “Per essere considerata militare, un’opera deve essere pensata, gestita e utilizzata prioritariamente dalle Forze Armate, come accade per gli ospedali militari, che operano in strutture militari e sotto comando militare, e occasionalmente e senza uso prevalente sono destinati a funzioni civili. Il ponte, al contrario, è stato progettato, promosso e appaltato come infrastruttura civile”.