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 2025  luglio 04 Venerdì calendario

Rossella Brescia e la separazione da Luciano Cannito: «Un tradimento? Non c’è bisogno di detective per capire. Ora cerco un fidanzato»

Rossella Brescia arriva al cinema. Ci arriva da protagonista di Jastimari, il nuovo film di Riccardo Cannella. Un film che vedremo in autunno. Intanto fa il giro dei tanti Festival in giro per l’Italia. Lei, Rossella, è la madre di due bambini «li proteggo superando qualsiasi limite – racconta al settimanale Oggi – è un amore bestiale, tipo quello di una mamma-orsa che protegge i cuccioli». Il “treno” del cinema per lei erà già passato nel 1999, però, rifiutò la parte della protagonista in Malèna, il film di Giuseppe Tornatore che lanciò Monica Bellucci. «L’ho incontrato di recente, Tornatore: gli ho chiesto scusa con 26 anni di ritardo. Mi aveva notato alla mensa di Cinecittà, dove facevo Buona Domenica. Mi vide col vassoio in mano, si avvicinò e mi disse: “Ti va di fare un provino?”. È il primo di una serie di treni meravigliosi che ho perso».
Rossella Brescia e il no a Tornatore
Il motivo del rifiuto? A Oggi confessa: «Per via di un fidanzato geloso: avevo 28 anni, ma dentro ero una bambina di 12. Un ragazzo delle mie parti di Martina Franca, in Puglia, a cui voglio un bene infinito, non l’ho mai colpevolizzato. Anche se mi fece dir no pure a un film con Francesco Nuti (Io amo Andrea, ndr). Nuti mi mandò anche la sceneggiatura di un’altra sua opera, che poi non si è più fatta: Olga e i suoi fratelli. La tengo lì, ogni tanto me la sfoglio. Mi spiace, perché a Nuti non sono riuscita a chiedere scusa. Però ora sono felice perché realizzo un sogno di una persona che amo alla follia».
La malattia del padre
Rossella parla di suo padre Francesco. «Il dramma è che non glielo posso dire, non miriconosce più, la situazione si è aggravata (il papà della Brescia è malato di Alzheimer, ndr)». Ma sarebbe stato felicissimo perché da giovane voleva fare l’attore. «Lo avevano convocato a Cinecittà per un provino: sa, è molto più bello di me...». 
La separazione da Cannito
Al settimanale di Cairo Editore parla anche di Luciano Cannito che l’ha lasciata all’improvviso dopo 18 anni di fidanzamento. E quando le viene chiesto se non si fosse accorta di nulla, Rossella, senza vergogna, dice di no: «Il problema è che vivo in un altro mondo, mi faccio dei film che non esistono. Mio padre e mia madre l’altro giorno hanno festeggiato 60 anni di matrimonio: papà è inchiodato a letto, non ci riconosce, eppure ci siamo tenuti tutti per mano, in casa c’era un’allegria che non le so descrivere.
Io e Cannito stavamo insieme da 18 anni, pensavo fossimo diretti lì, verso quel tipo di amore. Non ce l’ho con lui, ma con me stessa: non imparo mai. Resto una bambina a cui piace sognare». Tornate insieme? Impossibile, «si è rotto qualcosa». Una storia finita per un tradimento? «Noi donne non abbiamo bisogno di un detective per capire...».
Il fidanzato
Ora Rossella si dice disillusa. «Ma sono proiettata verso il prossimo fidanzato. Stavolta spero solo che sia come me: normale. Fisicamente, se posso fare un collage, mi piacerebbe un mix tra Brad Pitt e James Franco. L’ho detto anche al mio psicologo, mi ha risposto che devo “scendere da cavallo”. Allora dico che mi basta che abbia talento, magari in cucina o a cambiare le gomme».
I figli
Rimpianti di non aver avuto figli? Risponde di no. «Ci ho provato tanto, non sono venuti. So però che sarei stata una mamma stupenda, mi prendo cura di tutti. Ora vivo con un nipote, è venuto a lavorare a Roma, allora gli ho detto:“Cannito m’ha lasciato, vieni a stare da me, riempiamo casa”. Non so se si è pentito, sono molto rigida, è come se facesse una lezione di danza tutti i giorni».
Ha girato spot (sexy), ha partecipato a Miss Italia e ha posato nel 2004 per il calendario di Max. «Mi hanno inseguita per un anno. Per farli desistere, posi una condizione: “Lo faccio solo se mi fotografa Fabrizio Ferri”, che era il marito della ballerina Alessandra Ferri, il mio mito. Dentro di me pensavo: “Costerà un botto, non lo prenderanno”. Invece lo presero. Andai a Pantelleria, conobbi Alessandra, a cena con noi c’era pure Roberto Bolle. Si lavorava per mezz’ora, Fabrizio trovava una roccia e scattava. L’ho fatto disperare, mettevo un sacco di paletti, non mi sono mai sfilata il perizoma. Allora non era così facile “toglierlo” con Photoshop».
E pensare che da bambina Rossella Brescia si era messa in testa «di farmi suora, anche perché andavo a giocare in convento e l’ambiente era bellissimo. Quando tornavo a casa, mi mettevo un velo sopra la fronte, sembravo Sister Act. È durata fino ai 9 anni, quando ho fatto la prima lezione di danza. Però mi è rimasta una grande spiritualità»