lastampa.it, 3 luglio 2025
Cospito, anarchici chiedono la testimonianza di Nordio. Imbrattato il murale di Piero Angela
Si è aperto questa mattina, nella maxi aula del tribunale di Torino, il processo per gli scontri organizzati da un gruppo di anarchici in protesta contro l’applicazione del regime carcerario del 41 bis all’anarchico Alfredo Cospito, avvenuti il 4 marzo 2023. A presidiare il Palazzo di Giustizia sono presenti numerose forze dell’ordine.
Imbrattato il murale di Piero Angela alla Rai
Da Palazzo di giustizia presidiato un gruppo di anarchici si è diretto alla sede Rai di via Verdi e ha imbrattato i muri, compreso l’immenso mureales dedicato a Piero Angela, alla destra dell’ingresso.
In una nota, poco dopo, la Rai «esprime la più ferma condanna per un’azione indegna di un Paese civile. Perché manifestare in questo modo la propria protesta ne svuota completamente motivazione e significato. Rai, nel garantire ai cittadini che continuerà a svolgere il proprio ruolo informativo con completezza e correttezza, auspica che le forze dell’ordine possano individuare i responsabili e che gli stessi siano chiamati a rispondere di gesti ai quali è impossibile trovare alcuna giustificazione».
Le testimonianze respinte
Il tribunale non ha ammesso, giudicandole superflue perché ricostruibili documentalmente, le testimonianze del guardasigilli Carlo Nordio, del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, di Alfredo Cospito, del suo avvocato Flavio Rossi Albertini e del giornalista Frank Cimini. A richiedere la loro ammissione come teste erano stati gli avvocati di alcuni imputati perché nella loro intenzione c’era quella di far emergere che la manifestazione era sorta in un contesto di sciopero della fame che vedeva protagonista proprio Alfredo Cospito. Non solo, i legali avrebbero voluto far emergere come la manifestazione torinese seguiva di qualche giorno quella organizzata a Milano.
Le accuse
Alla sbarra ci sono 19 anarchici, chiamati a rispondere delle accuse di minaccia e violenza nei confronti di pubblici ufficiali, nonché dell’organizzazione di un apparato “paramilitare” posto in testa e in coda al corteo, con l’obiettivo di scontrarsi con i reparti schierati a tutela dell’ordine pubblico. Durante la manifestazione non autorizzata, circa un migliaio di attivisti lanciarono bombe carta e oggetti contundenti contro le forze dell’ordine, devastando anche vetrine di negozi, filiali bancarie, arredi urbani, monumenti e automobili, per un totale di danni stimato in centinaia di migliaia di euro.
In aula Valitutti
Questa mattina il collegio giudicante ha deciso di riunire al processo principale la posizione di Pasquale Valitutti, 79 anni, conosciuto come “Lello” e figura storica del movimento anarchico italiano. In un primo momento la sua posizione era stata stralciata dal pubblico ministero Paolo Scafi per via di mancate notifiche.
Valitutti ha intrecciato la sua vita con l’anarchismo insurrezionalista. Fu un testimone controverso della notte tra il 14 e il 15 dicembre 1969, quando morì Giuseppe Pinelli. In quella notte, Valitutti si trovava nella Questura di Milano in seguito ai fermi per la strage di Piazza Fontana. Oltre all’amico ferroviere, poi ritrovato morto nel cortile del palazzo, era presente anche Pietro Valpreda.
Parti civili accolte
Al processo apertosi oggi si sono costituiti parti civili il Ministero dell’Interno, il Comune di Torino, l’azienda GTT (rappresentata dall’avvocato Alberto Scapaticci), Banca Reale e Reale Mutua Assicurazioni (assistite dall’avvocato Federico Morbidelli), nonché Amiat Spa. E anche un privato cittadino. Il collegio le ha ammesse bocciando le eccezioni sollevate da avvocato Claudio Novaro.