il Fatto Quotidiano, 3 luglio 2025
Pd: anche a Pisa pacchetti di tessere e iscritti albanesi
Pacchetti di tessere comprati, iscritti albanesi di dubbia riconducibilità al Pd, guerra nelle correnti, maggiorenti locali che non ci stanno a non ricandidarsi. Il congresso dem di Pisa – alfine bloccato dal segretario regionale Emiliano Fossi – si è trasformato in tragicommedia. Con il paradosso che all’orizzonte ci sono le cruciali elezioni in Toscana. E la festa dell’Unità nazionale a Firenze.
I riflettori si accendono quando Stefano Ceccanti, costituzionalista e iscritto a Pisa, fa un esposto: gli dicono di non votare nel suo circolo perché c’è una discrepanza tra l’anagrafe degli iscritti e quanto certificato dalla commissione congresso. Ma poi altri votano. E lui fa ricorso ai garanti provinciali.
La storia è intricatissima. Alla base ci sono le ambizioni di Antonio Mazzeo, vice presidente dell’assemblea regionale, di ricandidarsi. Lo statuto toscano vieta il terzo mandato. Per farlo serve una deroga: e allora, lui ha bisogno che il partito pisano lo sostenga in pieno. Il suo candidato è Mario Iannella, area Bonaccini, che per inciso, ha appena vinto un concorso all’Università di Bari come ricercatore a tempo determinato nel dipartimento di Economia, Management e Diritto dell’impresa, lo stesso dove insegna Nicola Pignatelli, uno degli avvocati di Mazzeo. Iannella a un certo punto si spinge a anticipare i soldi per comprare alcune tessere con i soldi del circolo di cui è segretario. Lo ammette lui stesso, sostenendo che si trattava solo di un prestito. La variabile che fa saltare il banco è una lotta intestina alla minoranza: Marco Biondi, vicino a Dario Nardella, a un certo punto prende le distanze da Iannella e si candida pure lui. Con l’appoggio anche dell’area Schlein. È a quel punto che vengono notati, tra i suoi sostenitori, alcuni operai albanesi, che sarebbero stati tesserati nei suoi cantieri (lui fa l’ingegnere). Iannella denuncia le irregolarità nelle tessere. Peccato che ci siano anche le sue. Ma l’esigenza di Mazzeo, che ha capito che perderà il congresso, a questo punto è fermarlo. Alla fine, è Fossi a sospenderlo. Un emissario regionale è già stato inviato: Diego Blasi, assessore di Prato. È in arrivo anche un commissario nazionale. Ieri il responsabile organizzazione del Pd, Igor Taruffi si è confrontato a lungo con Marco Furfaro, riferimento di Elly Schlein in regione. Chiunque arriva dovrà decidere se negare il terzo mandato solo a Mazzeo o anche all’altra big locale, perennemente in lotta con lui, l’assessore regionale, Alessandra Nardini. Nel frattempo il presidente della Toscana, Eugenio Giani, fa video mentre si tuffa o gioca a tennis, convinto che neanche l’opposizione del M5S e la perplessità di Schlein possano fermare la sua candidatura. Il nome alternativo c’è ed è Fossi. Ma la strada è in salita.