il Fatto Quotidiano, 3 luglio 2025
Elettricità: bollette gonfiate per 5 miliardi
Inizialmente era solo un sospetto, nato da un comportamento anomalo di un operatore. Poi indagando è emerso un vasto quadro di “probabili condotte di trattenimento economico di capacità”, come le definisce l’Autorità per l’energia (Arera). In sostanza, molti produttori avrebbero alterato la formazione dei prezzi dell’energia per farli salire artificialmente, facendo gonfiare le bollette degli utenti italiani di oltre 5 miliardi nel biennio 2023-24. È il risultato di (o, se vogliamo, il sospetto avanzato da) un rapporto choc di Arera che ha analizzato il mercato elettrico, in un periodo nel quale peraltro risentiva ancora della fiammata dei prezzi energetici causata dalla guerra in Ucraina.
Si chiama “Indagine conoscitiva sul mercato elettrico del giorno prima”. Arera l’aveva avviata con una delibera a ottobre, dopo aver riscontrato alcune “anomalie”. Doveva chiudersi a marzo, poi è sparita dai radar. Due settimane fa, Arera ha respinto una richiesta di accesso agli atti avanzata dal Fatto per avere il testo licenziato dagli uffici tecnici. Magari è un caso, ma l’indagine è stata pubblicata martedì sera in sordina, senza un comunicato. Leggendo le 80 pagine, si capisce che la portata è di grande rilievo.
L’autorità ha indagato le strategie di offerta dei produttori di energia per valutarne l’impatto sui prezzi sul “mercato del giorno prima”, cioè il mercato – operato dall’ente pubblico Gestore del mercato elettrico (Gme) – dove si scambia energia elettrica all’ingrosso pianificando produzione e consumo per le diverse zone d’Italia. Si chiama così perché le contrattazioni devono avvenire, appunto, il giorno precedente. L’indagine ha riguardato le tre tipologie di centrali determinanti per la formazione del prezzo: a ciclo combinato a gas, gli impianti eolici e quelli solari. Le prime sono le più rilevanti perché il prezzo giornaliero dell’elettricità è determinato dal costo di acquisto dell’energia più cara necessaria a soddisfare la domanda finale: di norma è quella prodotta dal gas (tecnicamente si chiama “prezzo marginale”). Per questo l’esplosione dei costi del metano, dovuta alle sanzioni alla Russia (primo fornitore della Ue) ha fatto crescere i prezzi dell’energia tra il 2022 e il 2024.
Nella sua indagine, l’Arera ha scoperto sistematici “trattenimenti di capacità” da parte delle centrali elettriche. Significa che avrebbero presentato offerte di energia sul mercato per una capacità di produzione di elettricità inferiore a quella reale dell’impianto e quindi, chiamate a produrre (secondo l’ordine di vendita), hanno prodotto meno energia di quella che avrebbero potuto, a un prezzo tendenzialmente superiore, trainato al rialzo proprio dalla scarsità di offerta. Secondo le analisi di Arera, le centrali a gas avrebbero applicato rincari medi di 106 euro al Megawattora (MWh) nel 2023 e 74 euro/MWh nel 2024, rispetto ai costi di produzione “standard” stimati dall’Autorità. Un rincaro rispettivamente dell’84% e del 69% rispetto ai costi che dovrebbero essere il riferimento in un mercato in concorrenza vera. L’aspetto impressionante è che il fenomeno si sarebbe verificato nel 54% delle ore solari di funzionamento del mercato nel 2023 e addirittura nel 58,6% delle ore nel 2024. L’impatto sul Pun (il prezzo unico nazionale dell’elettricità) sarebbe stato di 9,3 euro/MWh nel 2023 e di 8,5 nel 2024, con punte di 11,8 euro/MWh in Sicilia. Le quantità di energia “trattenute” dalle centrali a gas sarebbero addirittura cresciute tra il 2023 e il 2024 (da 54 a 61 Terawattora). Anche gli impianti eolici e solari hanno mostrato comportamenti anomali, che addirittura hanno riguardato il 100% delle ore per i primi e il 60-77% per i secondi, contribuendo a maggiorazioni del Pun di 5-9 /Mwh nel 2023 e poco meno di 1 nel 2024.
L’autorità non si spinge a quantificare in totale l’aggravio, ma un ordine di grandezza lo si può ricavare moltiplicando l’impatto medio sul Pun per il consumo elettrico nazionale: si arriva a circa 5,3 miliardi di euro di extra-costi per gli utenti nel biennio. O, se vogliamo, di extra-ricavi illeciti per i produttori. Arera ipotizza anche uno scenario più prudente, nel caso in cui le centrali a gas si siano approvvigionate di metano con contratti giornalieri, circostanza però assai poco probabile.
Quelle di Arera sono simulazioni basate sul fatto che comportamenti concorrenziali “normali” avrebbero prodotto prezzi più bassi. Senza entrare in tecnicismi, va considerato che, secondo i regolamenti europei, trattenere capacità elettrica è lecito solo se c’è una ragione economica valida e spetta al produttore fornire le prove. In pratica, posso decidere di non vendere energia anche se potrei guadagnare se dimostro che mi conviene aspettare (rischiando di non avere acquirenti). Ad esempio, un impianto può trattenere energia se prevede che i prezzi saliranno, ma non può semplicemente rifiutarsi di vendere per farli salire artificiosamente. Sembra una questione di lana caprina, ma divide un comportamento lecito da uno che non lo è: nel primo caso c’è una ragione economica, nel secondo una manipolazione del mercato. Secondo le linee guida Ue, quelli emersi dall’indagine possono costituire “potenziali manipolazioni di mercato” sanzionabili ai sensi del Regolamento sulla integrità e trasparenza del mercato energetico (Remit).
Al momento quella di Arera è una (complessa) indagine conoscitiva: servono ulteriori approfondimenti tecnici, ma può fare da base all’avvio di procedure sanzionatorie. Per farlo, però, Arera deve sentire gli operatori interessati (non citati nel rapporto) che potrebbero avere spiegazioni legittime. Vista l’estensione del fenomeno, è difficile ipotizzare che non coinvolga molti dei grandi produttori italiani. L’Autorità, peraltro, aveva notato qualcosa che non andava già prima. Nell’ultima relazione al Parlamento, il 17 giugno, il presidente Stefano Besseghini ha ammesso che l’indagine nasce “da una prima verifica svolta su un solo operatore nel corso del 2022” che ha fatto intravedere anomalie sistemiche, ma delle verifiche su quell’anno non si è saputo più nulla. I prezzi esplosi del gas hanno reso più complesso individuare comportamenti anomali. Resta che il conto in bolletta è stato salatissimo. Le sanzioni, si vedrà