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 2025  luglio 03 Giovedì calendario

Lobby, pronta la legge Vigilanza affidata al Cnel e registro per gli incontri

È la madre delle riforme, quelle mai nate. Anche se i tentativi di portarla alla luce, nel corso della storia, non sono mancati. Il primo, andando a ritroso, risale al 1976, per mano del democristiano Gaetano Stammati. L’ultimo, alla scorsa legislatura, è frutto di tre proposte differenti presentate da Pd, M5S e Italia viva. Decine e decine i progetti di legge depositati, pochissimi quelli hanno ricevuto il via libera di uno dei rami del Parlamento. Nessuno, in ogni caso, è diventato mai legge. La regolamentazione organica dell’attività di rappresentanza di interessi resta un terreno incolto a livello nazionale, con norme sulla trasparenza che si accavallano (e talvolta contraddicono). E così c’è pure chi, nel frattempo, ha fatto da sé: le Regioni otto quelle che hanno una disciplina ad hoc per le attività di lobbying qualche ministero (con best practice solo su carta in alcuni casi) e la Camera, che prevede regole minime per i lobbisti che frequentino Montecitorio. Alla politica degli albori, la colpa di averlo considerato un fenomeno negativo, quasi da oscurare a quella più recente, invece, di non considerarlo una priorità, facendo scivolare la regolamentazione in sordina rispetto ad altri provvedimenti. Ora, però, qualcosa potrebbe cambiare.
LA PROPOSTA
Il testo adottato alla Camera porta la firma del presidente della commissione Affari costituzionali, l’azzurro Nazario Pagano, ma si tratta quasi di una formalità: la proposta, questa volta, è frutto di una lunga indagine conoscitiva che ha coinvolto costituzionalisti e professori di diritto. La crème de la crème del panorama italiano raccolta in tavoli di lavoro per cercare di uscire da uno stallo cinquantennale. Gli indirizzi e gli spunti del documento dell’indagine – approvato da tutti i gruppi – ritornano ora nell’articolato della proposta di legge di Pagano, come il punto di partenza su cui gli onorevoli presenteranno proposte di modifica entro martedì prossimo. Dodici articoli e una piccola grande novità: al Cnel il ruolo di “arbitro” del sistema. Qui verrà istituito il Registro per la trasparenza dell’attività di rappresentanza di interessi. E sempre qui nascerà un Comitato di sorveglianza sulla trasparenza dei processi decisionali pubblici, presieduto dal presidente del Cnel e da nove membri (in parte scelti a sorte). Il comitato irrorerà le sanzioni nei confronti dei lobbisti che violino gli obblighi di legge. A partire da quelli riguardanti l’agenda degli incontri da aggiornare in una sezione del Registro, con cadenza settimanale, inserendo l’elenco degli appuntamenti svolti nella settimana precedente, con tanto di decisore pubblico incontrato, luogo dell’incontro e argomento trattato. Le informazioni verranno poi comunicate ai politici interessati che, entro cinque giorni, potranno fare richiesta di opposizione al Comitato di sorveglianza se ritengano ci siano dati in parte non veritieri e vogliano proporne la rimozione.
LE DEFINIZIONI
C’è poi la questione delle definizioni: stabilire che cos’è la rappresentanza di interessi e chi sono i decisori vuol dire chiarire chi sarà sottoposto o meno alle nuove regole, e cosa vuol dire fare, davvero, fare lobbying. Nella lista dei decisori, oltre a membri del Parlamento, del Governo, e gli organi di vertice di enti pubblici e territoriali, rientrano anche gli assessori dei municipi e i componenti delle autorita indipendenti. L’attività di lobbying, nell’ambito di processi decisionali, invece, potrà essere diretta a presentare domande di incontro, proposte, richieste, studi, ricerche, analisi e documenti, anche mediante procedure digitali, nonche «lo svolgimento di ogni altra attivita diretta a contribuire alla formazione delle decisioni pubbliche, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni e con obbligo di lealta e integrita nei loro confronti».
I NODI
Per Pagano non si tratta di una proposta di bandiera. «Se i gruppi vogliono dotare questo paese di un progetto di legge che sia condiviso da tutti, dovrebbero votare quello frutto dell’indagine. E poi aggiunge il deputato di FI il testo non è blindato». In questa direzione sembra avere man forte anche da parte della Lega che non vede grandi criticità nella proposta – e di Fdi che, per bocca del meloniano Alessandro Urzì, riconosce come «naturali» i punti di contato tra politica e mondo esterno, ma si tratta «di un punto fondamentale da regolare». Se sul fine sono d’accordo anche le opposizioni, non convince per il Pd e il M5S – la scelta del Cnel. «I nostri emendamenti cercheranno di adeguare il testo base alla proposta del Movimento a partire dal soggetto preposto a tenere il registro che, a nostro avviso, non può essere il Cnel», spiega il pentastellato Alfonso Colucci. Un altro punto che andrà regolato a colpi di emendamenti riguarderà il “periodo di raffreddamento” che servirà ad ex parlamentari o membri del governo per passare a fare attività lobbistica. Il tempo per approvare la proposta c’è, la buona volontà pure. Non resta che darsi appuntamento a fine legislatura.