Avvenire, 3 luglio 2025
Libera: «I fondi antiracket e usura spostati sui Giochi Milano-Cortina»
«È inaccettabile che 43 milioni di euro destinati al fondo per le vittime di usura ed estorsione mafiosa vengano dirottati e reinvestiti dal Governo, sull’organizzazione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026». È la dura denuncia di Libera, l’associazione presieduta da don Luigi Ciotti, per «una scelta non condivisibile fuori da ogni logica se non quella del mero calcolo politico. E le mafie sentitamente ringraziano». La decisione è contenuta nell’articolo 16 del “Decreto legge Sport” pubblicato tre giorni fa sulla Gazzetta ufficiale. Libera, tra le associazioni promotrici della campagna Open Olympics 2026, nata per monitorare l’evento e rivendicare trasparenza, sottolinea che «se è vero che lo spostamento di quei fondi è previsto dalla legge, la strada da percorrere è quella di destinare i soldi avanzati a finalità coerenti con il fondo stesso». Ricordiamo che le somme del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime del racket che non vengono spese entro il termine di ogni esercizio finanziario sono versate al Fondo istituito dal Ministero dell’economia e delle finanze, «al fine di assicurare il finanziamento di interventi urgenti e indifferibili, con particolare riguardo ai settori dell’istruzione e agli interventi organizzativi connessi ad eventi celebrativi». «Qui c’è il trucco del Governo – accusa Libera –. Non potendo inserire le Olimpiadi nei settori dell’istruzione si attaccano agli “eventi celebrativi”. E comunque non si tratta certo di “interventi urgenti e indifferibili”». Per l’associazione i soldi potevano essere spesi meglio, sempre per la lotta alle mafie. «Se oggi sempre meno si denuncia non significa che usura ed estorsione sono scomparse, anzi sono fenomeni sempre più pervasivi con caratteristiche preoccupanti. Siamo davanti a questioni che non possono essere affrontate soltanto sul piano della repressione penale, ma che richiedono una pluralità di interventi sul piano sociale, culturale ed economico, con attenzione alle specificità dei contesti locali». Così si propone «una grande campagna di sensibilizzazione, che mira a stimolare l’adozione di buone pratiche, lontane dalla sottovalutazione, per aiutare gli imprenditori e cittadini a non sentirsi soli e isolati dinanzi a questi fenomeni, conoscere gli strumenti a loro disposizione e giungere quindi a segnalazioni o denunce consapevoli». Invece i fondi saranno usati per «pagare i servizi di ordine pubblico di un grande evento sportivo». Ma, denuncia Libera, «le risorse per la si-curezza delle Olimpiadi dovevano essere previste con chiarezza e trasparenza nel bilancio dello Stato, fin dall’inizio dell’avventura olimpica». E qui torna il tema, più volte sottolineato dalla campagna Open Olympics 2026, del fatto che «la Fondazione Milano Cortina 2026, organo chiamato a organizzare l’evento in tutti i suoi aspetti, ha natura privatistica e questo ci impedisce di conoscere il dettaglio di come si stia spendendo e organizzando. Resta evidente come sia difficile ottenere dati, ma è possibile dirottare facilmente risorse pubbliche senza offrire troppe giustificazioni». Del resto, “Giochi insostenibili” la nuova inchiesta di Lavialibera, periodico di Libera e Gruppo Abele, evidenzia che un evento internazionale presentato come «a costo zero» per economia e ambiente, di fatto presenta una realtà diversa. «Alcuni numeri parlano chiaro: dai 1,36 miliardi previsti inizialmente si è passati a un budget complessivo di quasi 6 miliardi di euro, di cui 3,4 miliardi in infrastrutture, molte delle quali scollegate dalle esigenze sportive».