il Fatto Quotidiano, 2 luglio 2025
Rei con fessi
Puntuale come l’“emergenza caldo”, l’estate si porta appresso un’altra emergenza fissa: le carceri sovraffollate. Con un effetto collaterale ancor più insopportabile: le promesse dei politici per svuotarle. Sempre le stesse da trent’anni, visto che nessuno fa mai l’unica cosa utile (costruire nuovi penitenziari): far scontare la pena agli stranieri nei loro Paesi (che però non rivogliono indietro i loro delinquenti e meno male, perché di solito li torturano) e ai tossici nelle comunità (ma non ci sono agenti per sorvegliarli e nessuno si assume il rischio di prendersi gente pericolosa); riadattare caserme dismesse (problemi burocratici insormontabili); metterne fuori un po’ col braccialetto elettronico (che non funziona mai e comunque non è disponibile neppure per i molestatori matricolati). Poi ci sono le supercazzole più fantasiose, tipo quella della buonanima di Alfano sulle “carceri galleggianti in alto mare come in America”; e i famosi “piani carceri” che ogni ministro annuncia a ogni estate per rinviare tutto all’autunno quando nessuno se ne ricorda più.
Così si finirà con l’ennesimo indulto occulto: l’ultimo palese fu quello di Mastella (Prodi-2) del 2006, che graziò quasi 30 mila pregiudicati e un anno dopo le celle erano più affollate di prima (anche di indultati subito tornati in attività); poi non si trovò più la maggioranza dei due terzi e arrivarono gli indulti mascherati da dl “svuota-carceri”: Alfano 2010 (B.-3), Severino 2012 (Monti), Cancellieri 2013 (Letta), Orlando 2014 (Renzi). Risultato: nessuno, salvo i senzatetto, mette più piede in cella fino a 4 anni di pena (tetto che ora un fronte destra-sinistra vuole alzare a 5 anni); e cresce il senso d’impunità che moltiplica i crimini di strada, quelli più sentiti dai cittadini. Ennesima prova che l’Italia non ha troppi detenuti: ha troppe poche celle per contenere tutti i criminali che dovrebbero starci per legge. Bonafede aveva destinato una quota importante del Pnrr per nuove carceri e ampliamenti di quelle vecchie. Ma il Conte2 cadde subito dopo. Ora per Nordio “non si può perché nessuno vuole carceri alle proprie spalle”, manco fossero cetrioli. Un anno fa, agosto 2024, scrisse un “decreto Carceri” con l’inchiostro simpatico, visto che nessuno ne ha notato gli effetti. Poi spiegò in Parlamento: “Se aumenta il numero dei detenuti non è colpa del governo, ma di chi commette reati e della magistratura che li mette in prigione”. Dev’essere per questo che in 32 mesi ha firmato 62 nuovi reati con un fiume di aggravanti: perché i giudici non arrestino nessuno che li commette. Del resto le liste d’attesa negli ospedali sono colpa della gente che decide di ammalarsi e dei medici che decidono di curarla. Quindi, per eliminarle, non resta che dimettere i malati dichiarandoli sani.