Il Messaggero, 2 luglio 2025
Leone invoca la decrescita mondiale «Solo così non consumeremo il Pianeta»
La direzione di marcia impressa dieci anni fa da Francesco con l’enciclica green, Laudato si’, è ripresa in tutto e per tutto dal suo successore. Leone XIV è allarmato per i troppi eventi estremi e i disastri climatici sul pianeta, e proprio ieri mattina ha incoraggiato i cattolici del Global South con i relativi episcopati – asiatici, latinoamericani e africani – a fare fronte comune. All’Occidente viene chiesto un cambio di passo. Sono così tornati a far capolino due concetti strategici: decrescita e decarbonizzazione. Parole certamente condivise dall’Onu ma contrastate da sempre dai negazionisti del clima e dalle grandi lobby economiche dei combustibili fossili. Ma cosa di preciso la Chiesa di Leone XIV intene per “decrescita” lo spiega bene il cardinale di Porto Alegre, in Brasile, Jaime Spengler, uno dei tre firmatari dell’articolato documento che ieri mattina è stato condiviso (e approvato) dal nuovo pontefice.
LA ROAD MAP
«L’Occidente deve essere capace di fare rinunce – anche economiche – per superare la crisi climatica che viviamo. Questo significa ripensare agli stili di vita occidentali, quelli diffusi del North Global, il che significa modificare l’inclinazione predatoria dell’industria estrattiva e mineraria nel Sud, avviare una politica di decarbonizzazione, spingere verso l’abbandono dei combustibili fossili. Vanno cercate delle alternative energetiche». Il documento vaticano che è stato preparato in queste settimane è radicale. Condanna il cosiddetto «capitalismo verde» oltre all’estrazione mineraria, la monocultura energetica, poiché «in questo modo si sacrificano gli ecosistemi». Parla poi di giustizia sociale se si va a «promuovere la decrescita e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, ponendo fine a tutte le infrastrutture», naturalmente tassando coloro che ne hanno tratto profitto, inaugurando «una nuova era di governance che includa e dia priorità alle comunità più colpite dalle crisi climatiche e naturali». Sempre Spengler fa notare che negare i disastri climatici è ormai impossibile, basta solo vedere cosa sta accadendo: il Mediterraneo non è mai tanto caldo e provoca tifoni, mentre dall’altra parte del mondo, nell’emisfero australe, quest’anno si stanno toccando temperature proibitive. «A Porto Alegre, in questi giorni ci sono due gradi, e non è mai stato così» riferisce Spengler.
LA CONFERENZA
L’intervento degli episcopati asiatici, americani e africani non solo è approvato da Leone XIV «ma lui stesso si è raccomandato con loro di andare avanti, di non mollare per far cambiare l’atteggiamento dei fedeli, della gente comune», ha aggiunto il cardinale africano Fridolin Ambongo Besungo, un altro dei firmatari. A pochi mesi dalla Cop30 che si terrà in Brasile, a Belem, a metà novembre questo documento comune servirà a ricordare alla politica il bisogno di rafforzare i processi multilaterali per adottare misure comuni a contenere i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera e riprendere gli accordi di Parigi disattesi anche dagli Usa. Leone XIV vorrebbe partecipare alla Cop30 ma difficilmente potrà farlo per gli impegni giubilari di novembre e per il viaggio a Nicea, in Turchia. Il grido d’allarme si associa agli ultimi dati del Ipcc, il gruppo intergovernativo di esperti, che ha ammesso che nel 2024 è stato registrato un riscaldamento medio terrestre e marino di 1,55 gradi rispetto al periodo preindustriale. «Più che citare dati, mi basta vedere quello che è accaduto l’anno scorso nello stato di Porto Alegre, teatro di una immane tragedia climatica: sono finite sott’acqua un numero imprecisato di città. Una catastrofe»
E oggi Papa Leone XIV riceverà in udienza la premier Giorgia Meloni alle 11.30 nel Palazzo apostolico.