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 2025  luglio 01 Martedì calendario

Sempre di più i minori con meno diritti

Sono circa 7,5 milioni: alcuni di loro sono solo di passaggio, altri hanno vissuto sempre nell’Unione Europea, fin dalla nascita o da quando hanno memoria. Vite diverse accomunate da un unico aspetto: sono minori che risiedono in Ue, ma non hanno la cittadinanza di nessuno dei 27 Paesi membri. È quanto emerge dal nuovo aggiornamento Eurostat “Children in migration – demography and migration”, che ogni anno fotografa la presenza di bambini e ragazzi under 18 stranieri, sia quelli che sono nati e cresciuti nell’Unione che i migranti arrivati più di recente da soli o con le proprie famiglie. Il dato aggiornato al primo gennaio 2024 conferma una tendenza: al netto di coloro che ottengono la cittadinanza del Paese in cui risiedono, la presenza di minori non cittadini continua a crescere anche rispetto ai circa 7,4 milioni di inizio 2023. Oggi i ragazzi europei senza cittadinanza Ue rappresen-tano dunque il 9,4% del numero totale di minori nei 27 Paesi e il 17,4% dei residenti stranieri. Quasi tre quarti di questi bambini risiedono in quattro Paesi: Germania (che perde leggermente quota, ma rimane prima con il 28%), seguita da Francia (16,9%) e Spagna che, con il 13,9%, rispetto all’anno precedente sorpassa l’Italia, al quarto posto con il 13,7%. Se si guarda però ai dati in termini relativi, le quote più elevate di bambini stranieri sul totale della popolazione infantile sono state osservate in Lussemburgo (45,7%), Austria (21,9%), Malta (19,3%) e Cipro (17,2%). Se da una parte in Italia i minori stranieri sono circa il 10% dei bambini e ragazzi residenti – così come in Germania, Belgio, Spagna e Danimarca –, dall’altra le quote più basse si osservano in Slovacchia (0,4%), Polonia (0,8%) e Romania (0,9%).

Si conferma anche quest’anno, dunque, il contributo di questi minori per contrastare quell’inverno demografico che caratterizza il Vecchio Continente. Guardando i numeri del periodo che va dall’inizio del 2015 al primo gennaio 2024, l’aumento della popolazione di bambini stranieri è stato del 49,9%, pari a 2,5 milioni di persone in più. Una cifra che ha quasi compensato la diminuzione della popolazione di bambini “nazionali” (-5,1%, 3,9 milioni di persone in meno), mantenendo dunque pressoché stabile la popolazione infantile totale, seppur diminuita (-1,7%, ovvero 1,4 milioni di persone in meno). La tendenza continua a essere positiva anche nel 2023: basti pensare che nell’Ue il 14% dei bambini nati in questo anno (515mila neonati) aveva una madre non cittadina europea. Tra il 2014 e il 2023, a livello Ue il dato medio annuo del numero totale di nascite è stato negativo sia per le madri con cittadinanza nazionale (-2,5%) che per quelle con un’altra cittadinanza Ue (-0,8%), mentre è stato positivo per le madri con cittadinanza extra-Ue (+2,4%). A incidere maggiormente sulla popolazione infantile è la fascia di 5-9 anni di età, che costituisce quasi il 30% di tutti i minori stranieri e il 27% sul numero totale di minori nell’Ue. Si tratta dunque di una fascia d’età che probabilmente frequenterà diversi cicli scolastici in Europa pur non essendo europea.
In chiusura, va notato che tra coloro che hanno acquisito la cittadinanza nel 2023, erano under 15 ben il 20% di quelli precedentemente cittadini di un altro Paese Ue e il 24,4% di quelli che prima erano cittadini di un Paese extra-Ue.
Un’ulteriore dimostrazione, dunque, del contributo dell’immigrazione al contrasto dell’invecchiamento della popolazione. L’ultimo rapporto, insomma, non segna una discontinuità, ma rafforza ulteriormente alcune tendenze strutturali che non possono certo essere ignorate, come la crescita costante del numero di minori stranieri, della loro incidenza sul totale degli stranieri e sulle nuove nascite registrate nei nostri Stati.