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 2025  giugno 30 Lunedì calendario

Barbara d’Urso: «Veti su di me in Rai? Sarebbe orribile. Mi è passato sopra un Tir, a casa non avevo più nemmeno la biancheria»

Barbara d’Urso, come sta?
«Un po’ frastornata».
Sulla Carmelita nazionale che fino a due anni fa inchiodava su Canale 5 milioni di telespettatori, in queste settimane è stato scritto di tutto: che sarebbe tornata in Rai grazie a Matteo Salvini; che non sarebbe tornata in Rai perché Fratelli d’Italia e Forza Italia non volevano fare una «scortesia» a Mediaset; che a Cologno Monzese ci fosse un veto dai piani altissimi. Venerdì a Napoli, alla presentazione dei palinsesti Rai, il direttore dell’Intrattenimento Prime Time Williams Di Liberatore, alla domanda sulle trattative per un programma con lei, ha risposto: «Ci sono progetti che possono riguardare vari talent, da Barbara d’Urso ad altri, ma è prematuro parlarne». Eppure Davide Maggio aveva scritto di un programma al via da gennaio, 8 puntate il venerdì, stile Carràmba! Che sorpresa.
Lei non ha mai replicato. E non è stato facile convincerla nemmeno adesso, dopo telefonate, mail, messaggi, dubbi, ripensamenti. Forse l’abbiamo presa per sfinimento.
Intanto, chi è il suo agente oggi?
«Sono io il mio agente e ufficio stampa!», ride.
Partiamo dal programma in Rai. Ci sono stati dei contatti tra lei e Di Liberatore?
«Certo. L’ho incontrato con il ceo di Freemantle Italia. Mi ha detto di avere grande stima di me e del mio percorso professionale, soprattutto in termini di risultati: non solo per lo share, ma anche per la raccolta pubblicitaria».
Di quale programma avete parlato?
«Non è Carràmba! E non sono otto puntate. È un progetto di “emotainment” bello, elegante, popolare, commovente e divertente».
Tagliato su misura per lei...
«...e del Prime Time di Rai Uno. Al direttore è piaciuto moltissimo. L’idea è di fare 4 o 5 puntate, il venerdì sera. Tra l’altro, ho visto che a gennaio il bel programma della Clerici si sposterà dal venerdì al sabato. Tutto quadra».
Come è andata?
«In un’azienda tv è normale che il nuovo direttore voglia incontrare i talenti che possono segnare un gol».
Ma è possibile che da due anni a questa parte sia scomparsa dalla tv?
«Non sono scomparsa per mia scelta. Ma, invece, ho scelto io in questi due anni di stare tranquilla, in un angolo, di non parlare, non replicare mai alle mille cose che ho letto. E aspettare. La pazienza è la virtù dei forti, e io sono una donna forte».
Cosa l’ha ferita di più?
«È dalle ore 16.30 del 26 giugno del 2023, quando ho avuto per vie traverse la notizia che non avrei più fatto parte della trasmissione che avevo creato io nel 2008, che leggo qualsiasi cosa su di me. Cose anche molto spiacevoli. Ma sono fortunata. Il pubblico che ho coltivato in questi 50 anni di carriera mi supporta in una maniera incredibile, mi ferma per strada, mi chiede perché non torno, mi dice che è una ingiustizia. Paradossalmente, il mio non esserci è stato più forte della mia presenza».
Però non mi ha detto cosa l’ha ferita di più. Davvero Matteo Salvini si è speso per lei?
«La lungimiranza di Silvio Berlusconi, la libertà intellettuale che lo contraddistingueva, mi hanno permesso negli anni di intervistare tutti i politici dell’intero arco parlamentare. Tutti. E le garantisco che erano molto felici di venire da me, perché le mie erano conversazioni che entravano in casa della gente comune, magari quella che non aveva ancora deciso chi votare. E il fatto che non parlassi in politichese, rendeva questi incontri molto efficaci».
Beh, con Salvini lei ha recitato l’Eterno riposo in diretta tv.
«Ancora quello? Ma si ricorda quando è successo? Mentre sfilavano i camion dell’Esercito da Bergamo per trasportare le bare delle vittime del Covid. E allora sinceramente rivendico di aver assecondato la richiesta di chi mi stava di fronte e di aver pregato con lui, ma lo avrei fatto con chiunque altro, di centro o di sinistra, pure con lei, perché eravamo tutti sopraffatti dal dolore».
Dicevamo dei politici che ha intervistato.
«Il mio lavoro mi ha permesso di stringere contatti e, perché no?, anche amicizie, a prescindere dal loro ruolo politico. Veda Zingaretti, un altro che non ha mai nascosto la sua stima per me. Però mai, e sottolineo mai, nessuno ha interceduto nella mia sfera professionale. Anche perché non ne ho avuto bisogno: hanno parlato per me il mio lavoro, i miei risultati, il mio entusiasmo, il senso di responsabilità. Non sono mai mancata un giorno, nemmeno con la febbre a 41 e con la schiena bloccata, mi facevo una iniezione di Voltaren e andavo lo stesso. Vivevo in camerino».
A Teresa Ciabatti su 7 un mese fa ha raccontato lo choc del Tir pieno delle sue cose che le è stato recapitato a casa.
«Nel mio appartamento non avevo più nemmeno la biancheria. A un certo punto su Canale 5 ho condotto 4 programmi contemporaneamente: Pomeriggio 5, Domenica Live, Non è la d’Urso e GF. Tutte le mattine facevo la riunione a Cologno con 15 giornalisti».
Davvero in Rai c’è un veto di Forza Italia e Fratelli d’Italia per non scontentare i piani altissimi Mediaset?
«Non posso pensare che l’azienda culturale pubblica più grande del Paese, della quale paghiamo tutti il canone, possa accettare veti. Sarebbe orribile».
Alcuni quotidiani scrivono di un veto di Marina Berlusconi. Le sembra possibile?
«Non ci credo, sarebbe assurdo. Ho sempre avuto un rapporto di stima e affetto con tutta la famiglia Berlusconi, alla quale sarò sempre e comunque grata. Pier Silvio l’ho conosciuto che era un bambino, perché ho cominciato a lavorare a Mediaset quando si chiamava Telemilano 58, nel 1977, e avevo 20 anni. C’era ancora il Biscione».
L’ha più sentito dopo l’estromissione?
«No».
Silvio Berlusconi?
«È sempre stato una persona onesta, rispettosissima. Era un genio della televisione. Aveva capito che doveva creare una tv completamente diversa da quella pubblica. Mi stimava molto. Quando si è ricandidato, nel 2013, si è fatto intervistare da me».
Questo non mi sorprende: la tv era la sua.
«Guardi che io ho intervistato tutti, l’ho già detto: da Pannella a Di Battista, da Conte alla Meloni. O Renzi, quando era premier».
Al Corriere raccontò che quella volta era venuto giù il mondo, perché lei non era giornalista. Per Baudo, nessuno aveva obiettato.
«Esattamente. C’è sempre stata una sorta di snobismo nei miei confronti. Io non mi sono mai messa in competizione con i talk politici dei grandissimi giornalisti come Floris, Vespa o Mentana, ne ho troppo rispetto. Io lavoravo a testa bassa, attenta al cuore della gente che mi guardava».
L’anno scorso al Festival della Tv di Dogliani Lucio Presta mi disse che stava lavorando a un programma per lei, ma i tempi non erano ancora maturi per parlarne. Non la segue più?
«Lucio ha provato a supportarmi per qualche mese, ma poi ci siamo arresi al fatto che non era possibile che io lavorassi... E ci siamo salutati con grandissima stima reciproca».
Stress e dispiaceri si riflettono sulla salute?
«Non nego che mi sia passato sopra un Tir. Ma non mi piace il ruolo della vittima, anche perché francamente nel mondo accadono cose talmente terribili che io sono solo un granello di polvere. Sono fortunata perché ho tanti amici, una famiglia che amo e mi ama. Quanto al Tir, se cadi, ti metti sui gomiti, poi sulle ginocchia, ti rialzi e vai avanti, perché la vita va vissuta così».
La fede l’aiuta?
«Io ho una fede particolare. Quando sono nata mi hanno chiamata Maria Carmela, in devozione alla Madonna del Carmine, la patrona del paese di mio padre, Laurenzana. E la Madonnina del Carmine è sempre con me».
L’accusavano di fare televisione trash.
«Ma cosa significa? Cercare di dare voce ai sentimenti delle persone comuni è trash? Ho raccontato storie semplici, perché ci si riconoscessero gli italiani. Qual è il confine tra trash e popolare? La Corrida di Corrado era trash?».
Ha portato in tv il Ken umano.
«Nella migliore tradizione dello spettacolo popolare italiano. Il circo non è arte?».
E non faceva tv del dolore?
«Le emozioni sono un elemento accessorio e fondamentale nella comunicazione televisiva, sono la materia viva attraverso la quale tu racconti la realtà. Non tutti si possono permettere di raccontare le proprie ferite con un linguaggio elevato. Nei miei programmi si è parlato di separazioni, di malattie, di violenza contro le donne, di povertà, di esclusione, e l’ho fatto dando spazio a chi altrimenti sarebbe rimasto invisibile. E comunque mi pare che lo facciano, giustamente, tutti i programmi che si occupano di cronaca, e non solo».
Dei suoi colleghi chi le è stato vicino?
«Si è esposto pubblicamente solo Gerry Scotti, ha detto che da telespettatore io gli mancavo. Ed è stata molto carina Simona Ventura, con Giovanni Terzi: in privato ieri mi ha chiamato dicendo che è assolutamente ingiusto quello che stavo vivendo. Gli altri? Mah...».