repubblica.it, 30 giugno 2025
Via da Tuvalu, boom dei visti climatici per lasciare l’arcipelago da sogno che verrà sommerso
Un abitante su tre dell’arcipelago di Tuvalu, minuscolo stato dell’oceano Pacifico, ha fatto richiesta di emigrazione in Australia perché il proprio Paese verrà quasi certamente sommerso del tutto dalle acque entro la fine del secolo. I primi permessi di ingresso in Australia saranno assegnati con un sistema insolito: una lotteria fra i richiedenti asilo. Dopo i permessi di residenza concessi per guerre, miseria, malattie, in questo caso si tratta del primo tipo di visto al mondo concesso per il cambiamento climatico.
Situato a metà strada fra l’Australia e le isole Hawaii, nel mezzo del Pacifico, Tuvalu è composto da tre isole coralline e mezza dozzina di atolli. Dopo essere stato per secoli una colonia dell’Impero britannico, ha ottenuto l’indipendenza nel 1978: quattro anni dopo vi fece tappa la regina Elisabetta durante un viaggio nella regione. Ha una popolazione di poco più di 10 mila abitanti, al 96 per cento di etnia polinesiana. Ma a causa dell’innalzamento degli oceani causato dallo scioglimento dei ghiacci, una delle conseguenze dell’effetto serra, si prevede che metà della capitale Funafuti finirà sott’acqua entro il 2050 e il 96 per cento delle isole sarà sommerso prima del 2100.
Per supplire a questa emergenza, il governo australiano ha istituito un programma speciale di accoglimento dell’intera popolazione di Tuvalu, in base al quale gli abitanti dell’arcipelago riceveranno un permesso di residenza a tempo indeterminato con gli stessi diritti dei cittadini australiani in materia di sanità, istruzione e assistenza sociale. Ma come decidere chi sarà accolto per primo? L’Australia ha pensato di risolvere il dilemma con una lotteria: in pratica, i prescelti verranno estratti a sorte a poco a poco fra coloro che si candidano per primi a lasciare l’arcipelago.
La richiesta è stata immediatamente ampia, con 1124 domande presentate entro il 27 giugno, ciascuna delle quali rappresenta un nucleo familiare, dunque per un totale di 4052 abitanti di Tuvalu, quasi metà della popolazione totale. Ma il ritmo con cui dovrebbero essere accolti è estremamente lento: appena 280 visti di residenza all’anno. Di questo passo, se il programma non accelera, ci vorranno circa tre decenni per evacuare tutti e nel frattempo l’oceano avrà cominciato a sommergere le isole.
Il progetto ha suscitato anche controversie d’altro genere. Non tutti gli abitanti vogliono lasciare le proprie case, lo stile di vita e la terra in cui hanno vissuto e sono sepolti i propri antenati. L’Australia, inoltre, ha ricevuto in cambio una serie di poteri che limitano la sovranità dell’arcipelago, in particolare dal punto di vista militare, un aspetto cruciale da quando la Cina ha cominciato a espandere la propria influenza nel Pacifico in contrapposizione con l’Occidente. Come che sia, l’iniziativa fa squillare un campanello d’allarme: Tuvalu sarà la prima nazione ad essere abbandonata a causa del cambiamento climatico, ovvero perché sommersa dall’acqua. La domanda è se, dopo il minuscolo arcipelago del Pacifico, altri Paesi avranno lo stesso destino.