la Repubblica, 30 giugno 2025
Vitamine, fermenti lattici e fibre un affare che vale cinque miliardi
Il campionario è infinito. Sali minerali, vitamine, fermenti lattici, aminoacidi, fibre, erbe. Il mercato degli integratori alimentari in Italia non conosce rallentamenti. L’offerta è sterminata, i produttori tantissimi, dalle multinazionali del farmaco alle piccole aziende che puntano su design delle confezioni e marketing per conquistare fette di mercato. Basta entrare in una farmacia ben fornita per rendersi conto dell’offerta, e perdersi tra nomi e composizioni. Con il sistema sanitario che cerca di contrarre la spesa farmaceuticaterritoriale (quella ospedaliera cresce spedita) e punta su un consumo appropriato dei medicinali, i consumatori si buttano su prodotti che non sono farmaci. Per mettere in commercio gli integratori, infatti, non è necessario alcun passaggio presso autorità regolatorie. Il processo di autorizzazione è semplicissimo e sul mercato piovono sempre più prodotti. E gli affari non mancano.
Solo nel canale delle farmacie tra maggio 2024 e aprile 2025 gli italiani hanno speso la bellezza di 4 miliardi di euro per acquistare integratori. Poi ci sono le altre piattaforme per rifornirsi di questi prodotti, a partire da Internet. Così si sale tranquillamente a 5 miliardi, cifra altissima in un periodo di difficoltà economiche per molte persone. I dati sono stati raccolti da Pharma Data Factory. Le confezioni vendute in un anno sono state 203 milioni, come se ogni italiano ne avesse comprate 3,3.
I consumi sono in continua crescita. Se si guarda ai primi quattro mesi di quest’anno, il trend segna un +2,4% nei volumi e un +4,7% di spesa.
Il fatturato del settore cresce ormai da anni. Pharma Data Factory ha valutato quali sono gli integratori più usati. In testa c’è il gruppo di prodotti per l’apparato digerente, che sempre nei primi quattro mesi di quest’anno hanno raggiunto 20,5 milioni di confezioni vendute. Seguono “vitamine, minerali, tonici e stimolanti”, con 17,2 milioni, infine i prodotti per l’apparato respiratorio, con 7 milioni. Queste tre categorie hanno rappresentato il 65% dei volumi di acquisto.