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 2025  giugno 30 Lunedì calendario

La sai l’ultima?

Stati Uniti Viaggia gratis per anni fingendosi assistente di volo, ora decolla verso la galera
Negli Usa un uomo è stato condannato per aver volato gratis su oltre 120 aerei fingendosi assistente di volo. Si chiama Tiron Alexander, ha 35 anni e dal 2018 ha viaggiato per il paese – da Atlanta a Las Vegas, da Dallas a Los Angeles – senza mai un biglietto, dichiarando di essere parte dell’equipaggio. È così facile? Pare di sì: ha dichiarato di lavorare per sette diverse compagnie, fornendo decine di badge e date d’assunzione false su una piattaforma riservata. Spirit Airlines, che da sola ha registrato 34 dei suoi imbarchi, ha cominciato a sospettare qualcosa quando il suo nome è comparso troppo spesso nei registri. Alexander, che in passato aveva lavorato brevemente nel settore, è stato arrestato a febbraio mentre tentava di imbarcarsi per l’Australia. Il prossimo biglietto – gli americani sono poco ironici – potrebbe essere di sola andata per la galera: rischia una lunga condanna e oltre un milione di dollari di multa, il verdetto arriverà ad agosto.
Colorado Titolare di una ditta funebre condannato a 20 anni: nascondeva i cadaveri e restituiva alle famiglie cenere finta
Jon Hallford, proprietario di una casa funeraria del Colorado, la Return to Nature Funeral Home, è stato condannato alla pena massima per frode federale: aveva nascosto 191 corpi in decomposizione in un edificio fatiscente e consegnato ai familiari delle vittime urne piene di cenere finta. Come se non bastasse, ha intascato quasi 900mila dollari di sussidi Covid per le imprese. L’accusa aveva chiesto 15 anni, la difesa 10, ma il giudice federale Nina Wang ne ha comminati 20, spiegando che una condanna più mite sarebbe stata un insulto alle centinaia di famiglie ingannate. Per la giustizia statale, invece, Hallford dovrà rispondere ad agosto di 191 capi d’imputazione per vilipendio di cadavere, uno per ogni corpo. L’epopea macabra di Hallford – un misto di orrore gestionale, avidità pandemica e scempio umano – suona come promemoria definitivo: quando si chiama una ditta Return to Nature, è prudente verificare in che condizioni restituisce alla natura i corpi dei clienti.
Gaza Gli asini vengono vestiti di raso e seta, poi sfilano sopra a un tappeto rosso: “Ci hanno aiutato più loro degli Stati arabi”
Bombardato, affamato, violentato ogni giorno in quello che è ormai uno dei crimini più atroci dell’Occidente contemporaneo, il popolo palestinese continua a resistere. Con dignità, e perfino con ironia. A Gaza, in una delle tante giornate sospese tra la sopravvivenza e la disperazione, è stato steso un tappeto rosso per una sfilata di asini vestiti a festa: ricoperti di seta e abiti di raso, adornati con ghirlande e calzari colorati, coccolati da bambini e adulti lungo la strada. L’asino, al contrario della sua caricatura iconografica, è un animale dall’animo nobile. E nella tragedia palestinese, questo valore si fa evidente: molte famiglie che hanno perso tutto si affidano a lui per trasportare i resti della propria vita, mentre cercano un rifugio sicuro tra le macerie del Paese. Per questo motivo, a Gaza, gli è stata dedicata una passerella simbolica. E anche per un’altra ragione, come ha spiegato con amara ironia l’organizzatore della sfilata: “Ci hanno aiutato più gli asini di tutti gli Stati arabi”.
Stati Uniti/2 Trump issa un pennone di trenta metri alla Casa Bianca, ma l’operaio nella gru si addormenta
Il 20 giugno, mentre Donald Trump celebrava con orgoglio fallico l’innalzamento di un pennone da trenta metri alla Casa Bianca – dono personale alla nazione – un uomo gli rubava la scena senza dire una parola, anzi senza neanche restare sveglio. Alle sue spalle, in cima alla gru che ha issato l’asta monumentale, un operaio si è addormentato placidamente nell’abitacolo. Testa reclinata, braccia penzoloni, come se tutto il mondo potesse smettere di agitarsi per un secondo. Intorno, il solito teatro: Trump stringeva mani, mostrava i denti, si autocelebrava in posa da cartolina. Ma per un attimo, su quella piattaforma sospesa nel vuoto, l’operaio addormentato diventava critica involontaria, silenziosa e perfetta. Un vero monumento. Nel tempo del ridicolo istituzionalizzato e del patriottismo di latta, la testa crollata sul petto per la noia o la stanchezza, è una forma superiore di critica. Il tempo di uno sbadiglio, poi si ricomincia.
Stati Uniti/3 In California quasi 1.500 persone giocano insieme a “Un, due, tre, stella” ed entrano nel Guinness
Semaforo verde per un momento di celebrazione dell’infanzia collettiva. In California 1.423 persone – bambini, genitori, vigili del fuoco, agenti di polizia e qualche funzionario locale – si sono messe a correre, fermarsi, ripartire e farsi eliminare al grido di “red light, green light”, il gioco del semaforo reso (tragicamente) celebre anche da Squid Game (in pratica, con poche varianti, la versione locale di “Un, due, tre, stella”). L’impresa è servita a stabilire un nuovo record mondiale, certificato con foto di rito da un arbitro del Guinness. L’evento, organizzato da un gruppo locale che si occupa di educazione fisica, si è svolto in un parco di Anaheim e ha prodotto almeno tre risultati: una grande coreografia di gambe in movimento, un bel momento di sudore comunitario e l’illusione, per qualche minuto, che il gioco e la collettività possano ancora stare nella stessa frase e trovarsi un posto nel mondo. Almeno fino al “red light”, quando tutti sono tornati a scorrere nel traffico quotidiano.
Ibiza C’è un albergo in cui puoi dormire gratis, ma soltanto in una stanza con le pareti in vetro dove ti possono vedere tutti
A Ibiza c’è un hotel in cui si può dormire gratis, a patto di accettare una piccola clausola: farsi guardare come pesci in un acquario. Succede al Paradiso, “art hotel” in cui la lobby ospita la Zero Suite, una stanza con pareti interamente in vetro, visibile a chiunque entri o passi. Non si paga nulla, ma si diventa parte dell’arredo: un’installazione vivente. C’è chi la considera un’opera d’arte, chi un incubo esistenziale. Nulla che non fosse venuto in mente già alla fine degli anni 90 a Teo Mammucari, femminista autentico, quando piazzò Flavia Vento sotto il tavolo trasparente della sua trasmissione televisiva. Jesahelle, artista francese, ha accettato la sfida: una notte esposta al pubblico. Il bilancio? “Interessante, ma complicato. Tra luci e rumori non si dorme”. L’ideatore Marcos Torres rivendica il “concetto ludico e memorabile” dell’esperienza, coerente con lo spirito dell’hotel. Gli ospiti possono prenotare, ma solo per una notte all’anno. Le liste d’attesa sono già piene per i prossimi 18 mesi. Come certi lavori, si paga in visibilità.
Canada Un pensionato sopravvissuto a un cancro vince la lotteria quattro volte (e accumula 2,5 milioni di dollari)
David Serkin, pensionato canadese dell’Alberta e sopravvissuto a un cancro, ha vinto la lotteria nazionale per ben quattro volte. Non una, non due, non tre: quattro. Non è una barzelletta e nemmeno un romanzo di Stephen King: è successo davvero e i fatti sono debitamente registrati dai bollettini della Western Canada Lottery Corporation. La prima vincita risale a dieci anni fa: 250mila dollari. Poi una lunga pausa, per raccogliere le “energie”. Ma tra agosto e maggio scorsi, Serkin ha infilato tre jackpot in rapida successione, per un totale di altri 2,25 milioni. L’ultimo biglietto – da un milione tondo – l’ha comprato nella solita stazione di servizio di Lethbridge, la sua città. Con una probabilità di vincita su 33 milioni, qui siamo ben oltre la statistica: siamo nel regno del mistico, o dell’inspiegabile. All’ennesimo biglietto fortunato, la moglie ha deciso di regalargli un lungo viaggio che partirà dalle Hawaii. Quando la fortuna bussa alla stessa porta quattro volte, è buona educazione accompagnarla in vacanza.