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 2025  giugno 30 Lunedì calendario

«Per me è un figlio vero» Reborn dolls, l’ultima follia

Il Brasile avrebbe in questo momento cose molto serie a cui pensare, ma da settimane non si parla d’altro che del fenomeno delle bambole rinate. Se ne occupano i giornali, i sociologi, gli psicologi e persino la politica, che vorrebbe vietarne la presenza negli spazi pubblici. Ci si domanda se siano un semplice divertimento, un conforto o una fuga dalla realtà, e probabilmente sono tutte e tre le cose. Le «bonecas renascidas» o «reborn dolls», come sono chiamate in inglese, sono bambolotti iperrealisti che somigliano a bambini veri e che come bambini veri vengono accuditi dalle donne che li comprano. Non sono pochi e stanno invadendo anche gli Stati Uniti e l’Europa, sostituendo i neonati che non nascono più.
In Brasile se ne è cominciato a parlare perché sui social è comparso il video di una madre che portava il suo bambino, Bento, in ospedale. La donna aveva preso con sé le tutine, il biberon pieno di latte, i documenti necessari per le visite e sistemato in sicurezza il piccolo sul sedile posteriore. In ospedale lo aveva sdraiato su un lettino, gli aveva dato il biberon e poi asciugato gocce di latte sulla bocca. Ma non era suo figlio, era un bambolotto. Il filmato era un’iniziativa promozionale, e ha avuto 16 milioni di visualizzazioni. Sul web ormai è molto difficile distinguere che cosa è vero da che cosa è falso, così sono subito emerse altre storie.
L’OSSESSIONE
Nello stato di Amazonas un componente dell’Assemblea legislativa, Joao Luiz, ha denunciato che alcune donne avevano chiesto benefici pubblici per le loro bambole. Negli asili nido qualche maestra ha raccontato di essere stata invitata a dare lezioni ai bambolotti, perché imparassero qualcosa. Il comune di Curitiba ha postato sui propri social un avviso per impedire che le donne con le bambole rinate occupassero sugli autobus i sedili gialli riservati alle madri vere. I video con i bambolotti portati al parco e con le feste per il loro compleanno con torte, regali e canzoni, hanno avuto grandi seguiti. Qualche donna si è ripresa mentre simulava il parto del suo neonato di plastica. Un uomo è stato arrestato perché ha schiaffeggiato in strada un bambino di 4 mesi, scambiandolo per un bambolotto. Forse ubbidiva ai consigli di una canzone rap brasiliana, che invita a prenderli a calci quando se ne incontrava uno.
Dave Stark che ha fondato a Cleveland Reborns, un mercato online, dice che cinque anni fa vendeva 10 bambole al giorno e oggi ne piazza 60, con prezzi dai 200 ai 4.000 dollari. Jennifer Granado, che assembla le bambole nello stato americano dell’Indiana, ha dichiarato al New York Times che metà delle sue clienti è composta da collezioniste, ma che l’altra metà ha qualche trauma o ha subito una perdita. Sono madri il cui bambino è morto, o donne che non possono avere figli e che si consolano con una rappresentazione iperrealistica, sublimando la culla vuota. Alcune studiose che lottano contro il sessismo, come Camilla Infanger dell’Università di San Paolo, avvertono che bisogna fare attenzione, perché se si criticano le donne che collezionano bambole iperrealistiche, allora bisogna farlo anche con i maschi adulti che ancora giocano con i trenini elettrici e spendono una fortuna per la riproduzione della locomotiva Big Boy della Union Pacific.
I RISCHI
In ogni caso, quello che sembrava ai più solo un hobby innocuo di donne sole è diventato presto in Brasile una minaccia all’ordine sociale. Quando si diffondono voci sullo spreco di soldi pubblici, sull’assistenza data ai bambolotti invece che alle persone, sulle code evitate perché si ha in braccio un bambino finto, la destra insorge sempre in difesa dei cittadini. Sono 30 le proposte di legge finora presentate in molti stati per arginare il fenomeno delle «bonecas renascidas», minacciando sanzioni, divieti e coprifuoco per qualunque bimbo che non abbia sangue vero nelle vene. Jair Bolsonaro, l’ex presidente di estrema destra, è a processo per avere tentato un colpo di stato, e ai suoi viene quasi naturale concentrare l’attenzione della gente sui veri pericoli per il Paese: che i bambini finti sostituiscano quelli veri, e che poi accada lo stesso anche con i politici, senza che nessuno se ne accorga.