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 2025  giugno 29 Domenica calendario

Camera, la Lega boccia la settimana corta “La questione non esiste”

Che la Lega non fosse entusiasta si era capito già mercoledì, al termine della riunione dei capigruppo, quando il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, peso massimo del Carroccio, aveva rimandato a data da destinarsi la proposta appena sfornata da Luca Ciriani, ministro dei Rapporti con il Parlamento in quota FdI. Questa: cancellare le sedute della Camera il venerdì mattina, quelle solitamente dedicate alle interpellanze urgenti e di norma molto poco frequentate, spostandole al giovedì pomeriggio, come avveniva fino al 2008. Salvo naturalmente provvedimenti urgenti. Il giorno in cui l’idea di Ciriani diviene pubblica, da via Bellerio non solo confermano di non aderire all’iniziativa del ministro meloniano, ma ritengono la pratica sostanzialmente già archiviata. «Per noi non esiste la questione – spiegano ambienti della Lega – anche perché molto spesso si lavora il giovedì pomeriggio in aula, quindi non ci sarebbe spazio e si dovrebbe andare comunque al venerdì». Come dire: capitolo chiuso.
È così anche per Ciriani? Chi ha sentito il titolare dei Rapporti con il Parlamento nelle ultime ore sostiene che per lui sia una polemica che non esiste, quella che ha formulato sarebbe solo un’ipotesi per dare dignità allo strumento delle interpellanze e quindi anche all’opposizione. E che il venerdì la Camera avrebbe potuto impegnare l’aula con altre attività. Non lavorare meno, insomma, ma lavorare meglio.
L’opposizione non la pensa così e attacca l’ipotesi di «settimanacorta» per i parlamentari. Per la capogruppo del Pd, Chiara Braga, «la proposta di chiudere i lavori parlamentari al giovedì per l’indisponibilità dei rappresentanti del governo è inaccettabile». Il Parlamento, sostiene la presidente dei deputati dem, «già si limita a discutere solo atti del governo, ora si vuole anche ridurre il tempo dei lavori. Molte proposte delle opposizioni restano bloccate da mesi, senza alcun confronto. Se la maggioranza non ha contenuti da portare, lasci spazio a chi li ha. Ridurre le sedute è un segnale che riteniamo profondamente sbagliato: un insulto a chi lavora ogni giorno».