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 2025  giugno 29 Domenica calendario

Creare una dinastia politica dei Trump «sarebbe facile», si tratta solo di decidere se sobbarcarsi la fatica

Creare una dinastia politica dei Trump «sarebbe facile», si tratta solo di decidere se sobbarcarsi la fatica. Parola di Eric, il figlio incaricato di gestire la compagnia del padre, che in un’intervista con il Financial Times apre all’ipotesi che lui, o qualche altro membro della famiglia, si candidi per la successione alla guida della Casa Bianca. Ammesso che Donald non punti al terzo mandato, anche in considerazione di quanto la Corte Suprema dominata dalla super maggioranza conservatrice si stia dimostrando pronta ad esaudire i suoi desideri.
Eric ha 41 anni ed è il figlio più giovane dei tre che il presidente aveva avuto dalla prima moglieIvana. Il padre ha affidato a lui la gestione della Trump Organization, dimostrando che lo considera quanto meno il più affidabile negli affari.
Parlando con il Financial Times,come prima cosa Eric ha smentito che la famiglia stia approfittando della Casa Bianca per ottenere vantaggi economici: «Se c’è qualcuno che non ha fatto profitti tramite la politica siamo noi. In realtà, avremmo molti più zero nel nostro conto se mio padre non si fosse candidato. I costi dell’opportunità, quelli legali, il peso per la nostra famiglia è stato astronomico». Hanno speso circa 500 milioni di dollari «solo per difenderci dalle falsità sulla Russia, gli imbrogli vari e i dossier su cose impensabili». Nel frattempo però il valore della Trump Organization è salito a una cifra tra 8 e 12 miliardi di dollari, mentre le iniziative prese nel settore delle criptomonete come World Liberty Financial, i memecoin $Trump e American Bitcoin hanno raggiunto una cifra simile. Eric lavora allo sbarco in India, dove il miliardario Mukesh Ambani ha pagato 10 milioni di dollari per costruire insieme diversi hotel nelle cinque città principali, nonostante avessero detto che non ci sarebbero state operazioni all’estero finché il padre era presidente: «Abbiamo avuto un centinaio di opportunità per entrare in Cina, ma siccome siamo nel mezzo dei dazi e le guerre commerciali non sarebbe il momento giusto».
Anche il Trump Media & Technology Group, la compagnia tecnologica e dei social, vale circa due miliardi. Gli affari dunque vanno alla grande, in attesa dell’appello contro la condanna ricevuta nel 2024 a New York a pagare oltre 350 milioni di dollari per aver truccato i bilanci dell’azienda famigliare.
Il chiodo fisso però resta la politica, con il padre che ha spesso alluso alla possibilità di candidarsi per il terzo mandato, anche se il Ventiduesimo emendamento della Costituzione prevede che «nessuno può essere eletto presidente più di due volte», consecutive e no. Vista la disponibilità mostrata dalla Corte Suprema, Trump ha motivo di sperare che gli dia via libera. Nel frattempo, però, il figlio Eric non dà per scontato che il vice Vance o il segretario di Stato Rubio siano gli eredi naturali. «La vera domanda è: vuoi trascinare altri membri della famiglia in questo? Vorrei che i miei figli vivessero la stessa esperienza che io ho passato nell’ultimo decennio? Se la risposta fosse sì, penso che il cammino politico sarebbe facile. Intendo che potrei farlo io, ma anche altri membri della famiglia».
Il fratello maggiore Don è già impegnato in politica, come lo è stata la sorella Ivanka, mentre la moglie di Eric Lara è stata copresidentessa del Partito repubblicano. Lui non è ancora pronto a dare la risposta, ma è sicuro di una cosa: «Non sono rimasto impressionato dalla metà dei politici. Potrei fare il loro lavoro in maniera molto efficace. Non so, lo dirà il tempo».