Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  giugno 29 Domenica calendario

Spiagge, parchi e fermate del bus: la Francia bandisce le sigarette

Da oggi in Francia sarà vietato fumare nei parchi e nei giardini pubblici, in spiaggia, alla fermata dell’autobus, vicino alle scuole, alle piscine e alle biblioteche. I tavolini dei bar sono stati risparmiati, con un’indulgenza applicata anche alle sigarette elettroniche, ignorate dal nuovo provvedimento.
Le nuove regole, severe ma non abbastanza secondo le associazioni anti-tabacco, ubbidiscono a due principi: da un lato proteggere la salute dei cittadini e in particolare dei bambini dagli effetti del fumo passivo; dall’altro «smetterla di rompere le palle ai francesi», eterno monito della politica parigina dai tempi di Pompidou.
«Mais arrêtez d’emmerder les Français!», è la frase che Georges Pompidou lanciò nel 1967 (quando era premier sotto la presidenza de Gaulle) a un povero funzionario zelante che veniva a proporre l’ennesimo regolamento. Pompidou era un uomo colto ed elegante, e quelle parole esasperate sono passate alla storia: se la burocrazia e i tecnocrati sono riusciti a innervosire lui, figurarsi i cittadini comuni. Da allora qualsiasi politico che voglia strizzare l’occhio al popolo tiene ben presente quella frase oppure la ripete esplicitamente, come ha fatto lo scorso febbraio il ministro Yannick Neuder quando si dibatteva se includere nel divieto le terrazze dei bar oppure no. Il rito della sigaretta e caffé al tavolino è salvo, ma molti criticano la mancanza di coraggio del governo.
Se l’«obiettivo è promuovere una generazione senza tabacco», come sottolinea la ministra della Salute, Catherine Vautrin, bisognava forse vietare il fumo in tutti luoghi all’aperto frequentati dai bambini, comprese le terrazze di bar e ristoranti, e soprattutto includere anche le sigarette elettroniche.
«Le nuove regole vanno nella giusta direzione ma restano insufficienti», dice Yves Martinet, presidente del Comitato nazionale contro il tabagismo. Il problema è che gli esperti non sono d’accordo sugli effetti del fumo passivo da sigaretta elettronica: «Quasi inesistenti», secondo il pneumologo Bertrand Dautzenber dell’associazione «Paris sans tabac»; ingiustamente trascurati, secondo Isabella Annesi-Maesano, Philippe Camus e Jocelyne Just. Qualche giorno fa su Le Monde i tre medici raccomandavano di includere nel divieto anche la sigaretta elettronica per due ragioni: intanto, «fumarla davanti ai bambini banalizza l’immagine dell’adulto che inala sostanze che creano dipendenza»; poi, «le sigarette elettroniche emettono un aerosol di particelle ultra-fini che possono penetrare in profondità nei polmoni e avere un effetto nocivo».
Il governo ha preferito lasciare ai fumatori un prodotto sostitutivo, da usare nei luoghi pubblici colpiti dal nuovo divieto; e salvaguardare gli amati tavolini di bar e ristoranti come spazi di convivenza, anche tra fumatori e no.