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 2025  giugno 28 Sabato calendario

Una giornata contro il «body shaming»: il 16 maggio

Il 16 maggio è stata istituita la «Giornata nazionale contro la denigrazione dell’aspetto fisico (body shaming)». La Camera ieri ha votato all’unanimità la proposta di legge, prima firmataria l’onorevole Martina Semenzato (Noi Moderati). Adesso è attesa al voto del Senato. «Erano presenti in 221 e in maniera trasversale hanno votato tutti favorevolmente. Per me è una grande soddisfazione, il coronamento di un percorso iniziato nel 2023», commenta la deputata.
«Questa proposta non vuole essere solo una legge, ma un grande impegno collettivo: quello di creare una società in cui nessuno debba più nascondersi o sentirsi escluso per il proprio aspetto fisico – continua —. È un atto di coraggio politico, un modo per dire che l’Italia è un Paese che si prende cura dei suoi cittadini, specialmente di quelli più vulnerabili». Semenzato pensa che sarà una legge che aiuterà la famiglia, la scuola e tutti gli enti educativi a far comprendere «che l’offesa fisica è un atto di bullismo feroce. Bisogna insegnare ai nostri ragazzi ad avere un buon rapporto con sé stessi e con gli altri. Bisogna che i più giovani capiscano che le imperfezioni ci rendono unici», continua. Il prossimo 16 maggio 2026, prima giornata di lotta contro la denigrazione dell’aspetto fisico, saranno organizzati convegni, incontri in scuole e università, saranno diffuse brochure che spiegheranno ai più giovani come le offese fisiche possano rovinare la vita di chi le riceve. Dominerà il colore fucsia, scelto come rappresentativo della giornata, «una tonalità che infonde energia e positività utili per reagire», precisa Semenzato. Tutti i palazzi delle istituzioni quel giorno si illumineranno di fucsia. «C’è un problema di consapevolezza, troppo spesso con leggerezza si usano frasi, si fanno commenti che feriscono profondamente – spiega Semenzato —. Penso a quello che è accaduto alla nostra tennista Jasmine Paolini o all’olimpica Elisa Molinarolo, vittime anche perché donne. Perché questo fenomeno colpisce molto di più le donne». Ma anche gli uomini non sono esenti dal problema, «penso al giornalista Mario Giordano, spesso ricordato per la sua voce, non per le sue grandi capacità».