lastampa.it, 28 giugno 2025
Ruba orologi da 600mila euro in un hotel di lusso, poi li restituisce con un biglietto: “Sono falsi”
Un furto milionario, un ritorno misterioso e un messaggio lasciato su un biglietto stropicciato: si tinge di giallo la vicenda avvenuta al prestigioso hotel The Westin Palace di Milano, nei pressi della Stazione Centrale. Vittima del colpo è stato un turista americano, a cui è stato sottratto uno zaino nero contenente un bottino dal valore complessivo di oltre 600mila euro.
All’interno della borsa: AirPods, un portafoglio con carte di credito, 600 dollari in contanti, 300 euro e, soprattutto, quattro orologi Richard Mille, ciascuno del valore stimato di circa 150mila euro. Il furto è avvenuto in pochi istanti, nella hall dell’hotel.
Lo zaino “riappare” con un biglietto: “Gli orologi sono falsi”
Ventiquattro ore dopo, lo stesso zaino – firmato Tom Ford – è ricomparso nello stesso luogo del furto. A notarlo è stato un addetto alla sicurezza dell’albergo. Dentro, alcune banconote in dollari, ma soprattutto i quattro orologi, apparentemente intatti. Accanto, un biglietto scritto con calligrafia incerta in italiano: «Gli orologi sono falsi».
Un gesto che ha sorpreso anche gli investigatori, che si interrogano ora sul reale valore degli orologi: un depistaggio? O un tentativo di sminuire il furto per attenuarne le conseguenze legali?
Il “palo” arrestato, caccia al complice
Nel frattempo, le indagini della polizia locale erano già partite. Mercoledì mattina, il personale dell’albergo aveva notato un uomo sospetto aggirarsi vicino al banco del check-in. Il suo atteggiamento ha insospettito la vigilanza, che ha prontamente allertato le forze dell’ordine. L’intervento è stato rapido: gli agenti hanno fermato un 27enne francese, ritenuto il “palo” dell’operazione.
Il complice, invece, è riuscito a fuggire. Le AirPods della vittima, con localizzazione attiva, hanno inviato segnali fino a pochi isolati da piazza della Repubblica, prima di spegnersi del tutto.
Il sospetto: un 19enne con precedenti
Le immagini di videosorveglianza sono state decisive: i frame analizzati avrebbero permesso di identificare il secondo uomo, un 19enne di origine marocchina già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati a furti e borseggi. Quando le ricerche per rintracciarlo erano già avviate, è arrivato l’inaspettato sviluppo: la riconsegna di parte della refurtiva, quella più preziosa.
Gli inquirenti ora indagano sul movente della restituzione. I Richard Mille erano davvero falsi, come dichiarato nel biglietto? Oppure il ladro, resosi conto di essere braccato, ha preferito disfarsi degli oggetti per evitare una flagranza? Domande ancora aperte, in un’indagine che prosegue tra conferme, sospetti e colpi di scena.