repubblica.it, 27 giugno 2025
Siti web più accessibili ai disabili, aziende a rischio sanzioni: da domani scattano le nuove regole
La direttiva European Accessibility Act entra in vigore il 28 giugno e l’Italia non è ancora pronta. Tutte le aziende, Pmi incluse, devono rendere accessibili siti web e servizi online alle persone con disabilità a partire da domani. Ma si registrano ancora gravi problemi di accessibilità anche per i siti di grandi istituzioni e aziende, secondo alcuni report che Repubblica ha potuto leggere.
I siti Internet e servizi online della pubblica amministrazione sarebbero soggetti all’obbligo dal 2019, per altro. Ma da un’analisi condotta dallo studio Polimeni.Legal, specializzato in diritto della tecnologia, risulta che persino i siti dell’Agenzia per l’Italia digitale, governo.it e quello del ministero dell’Istruzione, hanno “violazioni evidenti dei criteri dell’accessibilità digitale, tra cui aspetti basilari dell’accessibilità, come uso esclusivo del colore per veicolare informazioni; contrasto insufficiente tra testo e sfondo; assenza di focus visibile per la navigazione da tastiera; contenuti non testuali privi di alternative accessibili”, si legge nello studio.
Allo stesso modo, l’azienda specializzata AccessiWay ha rilevato i tre settori che più degli altri dovranno lavorare per adattare alle norme i propri siti, app, servizi e documenti pdf: la pubblica amministrazione, la gdo e l’e-commerce, in particolare nel comparto della moda. Un lavoro che dovranno fare in ritardo, probabilmente, dato che la scadenza è alle porte.
“Proprio nei mesi clou, mentre le aziende si stanno impegnando per adeguarsi – afferma l’avvocato Antonino Polimeni – con sforzi economici notevoli, i siti delle istituzioni mostrano ancora gravi lacune. E questo vale anche per l’Agid, l’ente chiamato a garantire proprio il rispetto di queste regole. Una situazione che mina la legittimità del sistema stesso”.
“Oltre al danno reputazionale, il rischio per le aziende è anche sanzionatorio: a partire dal 28 giugno, la non conformità potrà essere oggetto di segnalazioni e contenziosi, proprio sulla base delle nuove linee guida, che rappresentano lo standard minimo da raggiungere”, aggiunge Polimeni.
Cosa prevede la direttiva
A partire dal 28 giugno 2025, appunto, tutti gli operatori economici che immetteranno sul mercato o forniranno i prodotti e servizi previsti dalla direttiva dovranno garantire che questi siano progettati e realizzati in modo da essere accessibili alle persone con disabilità. Tra i prodotti coinvolti vi sono terminali di pagamento, computer e sistemi operativi, smartphone, lettori di e-book e altri dispositivi. Per quanto riguarda i servizi, le norme riguardano la comunicazione elettronica, media audiovisivi, trasporto pubblico, servizi bancari al dettaglio, commercio elettronico e altri ancora.
Implicazioni per i siti web e le app mobili
I siti web e le app mobili dovranno rispettare determinati criteri di accessibilità basati sugli standard WCAG 2.1 livello AA (Web Content Accessibility Guidelines). Ciò significa che i contenuti e le funzioni devono essere accessibili senza mouse, compatibili con screen reader, avere un contrasto sufficiente per chi ha difficoltà visive, essere strutturati in modo chiaro e offrire alternative ai media.
Esenzioni
Le microimprese, ovvero quelle con meno di 10 dipendenti e un fatturato o bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro, sono escluse dagli obblighi di conformità per i servizi. Tuttavia, sono comunque incoraggiate a rendere i loro prodotti e servizi accessibili alle persone con disabilità.
In Italia il tema della disabilità riguarda 13 milioni di persone (dati Istat), oltre il 20% della popolazione complessiva. In Europa 80 milioni, mentre nel mondo il dato si attesta intorno al miliardo. A livello economico, ciò significa 500 miliardi di spesa annua globale e 40 in Europa, con il 98% dei siti web non accessibili e due terzi delle transazioni online abbandonate, secondo dati del parlamento Ue.
“Le normative europee hanno spostato la narrazione sull’accessibilità da un tema di controllo della conformità a un investimento strategico”, commenta Amit Borsok, co-founder e ceo of AccessiWay. “Invece di costituire un ostacolo, creano un quadro chiaro che spinge grandi aziende e soprattutto Pmi a investire in tecnologie e servizi accessibili per ampliare il proprio mercato”. “Per molte realtà – continua Borsok – soprattutto quelle che operano in più Paesi dell’Ue, l’accessibilità è passata da un “nice-to-have” a una necessità competitiva, se consideriamo poi che le normative offrono prevedibilità e standardizzazione, riducendo l’incertezza per gli investitori e aprendo a nuove opportunità di innovazione”.