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 2025  giugno 27 Venerdì calendario

Copyright sulle persone: la rivoluzione danese contro i deepfake

La Danimarca vuole estendere la legge sul copyright per combattere i deepfake e l’intelligenza artificiale generativa. La legge – una prima assoluta in Europa – ha già ampio consenso da parte di tutti i partiti. Se – come prevedibile – andrà avanti, corpo, aspetto fisico e voce saranno coperti dal diritto d’autore, vietandone l’utilizzo senza consenso. Il ministro della Cultura danese, Jakob Engel-Schmidt, ha spiegato che la tecnologia che consente i deepfake può essere usata per danneggiare la democrazia, il discorso pubblico e l’identità individuale, portando come esempio gli effetti che seguirebbero la diffusione di un deepfake che annuncia l’uscita della Danimarca dalla Nato: “La legge mira innanzitutto a proteggere la democrazia e a garantire che non sia possibile diffondere video deepfake in cui le persone dicono cose che non si sognerebbero mai di dire nella realtà. Il furto d’identità è sempre stato illegale” respingendo anche l’ipotesi che la nuova disposizione possa avere come conseguenza una limitazione alla libertà d’espressione.
Cos’è il deepfake
Il deepfake è una tecnica usata per creare video o immagini con l’IA che riproducono in maniera estremamente accurata le fattezze di una persona. La tecnica esiste almeno dal 2017, ma con il boom dell’intelligenza artificiale generativa è migliorata e diventata più accessibile e facile da utilizzare. Viene usata principalmente per ricreare le fattezze delle celebrità e diffondere fake news, truffe, pornografia o semplicemente satira. Sono talmente accurati che è stato inventata un’apposita tecnologia di riconoscimento facciale solo per verificare che immagini o video siano reali.
La nuova legge
La Danimarca sarebbe il primo paese ad approvare un provvedimento sul copyright della persona, ma Engel-Schmidt si augura che spinga anche gli altri paesi dell’Unione Europea ad affrontare la faccenda. Il disegno ha ricevuto ampio consenso da tutti i partiti e comporterebbe l’obbligo per tutte le piattaforme di rimuovere i contenuti deepfake illegali. Sarebbero coperte dal copyright anche imitazioni di un’artista senza il suo consenso (come le immagini nello stile dello Studio Ghibli generate da ChatGpt, che ultimamente hanno spopolato sui social). Esclusi invece i contenuti a scopo parodistico o satirico, se esplicitamente dichiarato.
Gli episodi virali
Tra gli episodi che hanno suscitato più polemiche intorno al deepfake, a livello globale, ci fu quello, nel 2024, delle telefonate con la voce clonata di Joe Biden che invitava a non votare alle primarie democratiche, o quello di Zelensky che chiamava gli ucraini ad arrendersi. Oppure quello, più innocuo, della celebre immagine di Papa Francesco che indossa un piumino bianco simile a quello dei trapper. Nel 2018 il regista premio Oscar Jordan Peele ha riprodotto le fattezze di Barack Obama proprio per sensibilizzare contro i pericoli del deepfake, soprattutto a livello politico.