Corriere della Sera, 27 giugno 2025
Dichiarazioni sul «merito» e solite nomine
«Credo nella libertà, nel lavoro, nella meritocrazia nel coraggio». «Penso si debba portare il merito anche nel pubblico. Quello che è bravo deve essere premiato ma se uno non fa niente devo poterlo lasciare a casa». «Maggiore trasparenza, eliminazione della lottizzazione politica, promozione della meritocrazia». Detto fatto, fedele ad anni e anni di dichiarazioni, tweet, proclami, post, comizi e video social, Matteo Salvini pare aver deciso. E al porto di Palermo, capofila di altri porti siciliani (Porto Empedocle, Termini Imerese, Trapani, Gela e Licata) ristrutturati, potenziati e rilanciati da Pasqualino Monti, un professionista riuscito nel miracolo di raccogliere in otto anni prima la collaborazione poi gli elogi delle amministrazioni centrali, regionali e cittadine di destra e sinistra, avrebbe scelto di piazzare, «donna giusta al posto giusto», Annalisa Tardino.
Una leghista girgentina (già «deputata al Parlamento europeo ma soprattutto donna, siciliana orgogliosamente del sud») trombata al voto del 2024 e in cerca d’uno strapuntino. Competenze? Boh... Dice l’archivio Ansa che, pur essendo nata a Licata «abbagliata dal sole africano» e pur avendo collezionato 227 citazioni su frattaglie varie, ha visto il porto palermitano, il gigante economico che dovrebbe dirigere, una volta sola. Quando ci andò in visita con una comitiva leghista che elogiò euforica «il ministro Salvini e il vice ministro Rixi che stanno facendo un ottimo lavoro». E la famosa meritocrazia? Uffa! «Il porto di Palermo spetta alla Lega. Deciderà Salvini», ha spiegato il coordinatore siculo del Carroccio Nino Germanà. Alternative? Francesco Scoma, figlio d’un ex sindaco di Palermo, già onorevole regionale, deputato alla Camera, senatore... Ma di porti ci capisce? Sicuro: in trent’anni ha attraccato ai moli diccì, forzisti, pidiellini, cuffariani, renziani e ora leghisti. Un professionista. Del mastice. Alla poltrona.