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 2025  giugno 27 Venerdì calendario

È sparita la pausa pranzo: il 97% degli italiani dedica appena 20 minuti al giorno

Ma chi l’avrebbe mai detto? Non stiamo più a tavola. O meglio, ci stiamo molto meno di quanto vorremmo: 24 minuti di media, nei giorni in cui lavoriamo, spesso anche meno. Ma sogniamo di restarci di più, anche per chiacchierare. E poi, passiamo un sacco di tempo a vedere reels di manicaretti sui social, cerchiamo le ricette online e vediamo gli chef in Tv, rimpiangendo i bei tempi andati di Alberto Sordi con la bocca piena di spaghetti a dire: «Maccarone, m’hai provocato e mo’ me te magno». L’ha scoperto il colosso della ristorazione nazionale Camst, che oggi compie 80 anni, li festeggia nella città in cui è nato, Bologna e, tra le altre cose, si è regalato un report del Censis sulle abitudini alimentari degli italiani che, oltre a molti dati, contiene anche un monito: riprendiamoci il tempo per pranzare. Ne va della nostra salute mentale e fisica, nonché di fatturati e Pil.
I numeri dello “scontento”
Come si dice di solito, i dati sono allarmanti. Soprattutto, se si tiene conto della reputazione culinaria della patria: solo il 7% degli italiani riesce a dedicare un’ora intera alla pausa pranzo, nei giorni feriali. Il 97% (percentuali bulgare!) impiega invece appena 24 minuti per consumare il pasto del mezzogiorno. È curioso, inoltre, vedere come una percentuale di cittadini molto vicina alla precedente, l’87,9%, si dice scontento della sua routine alimentare nei giorni di lavoro. Vorrebbero avere più tempo per mangiare, non solo per nutrirsi, ma proprio per il momento relazionale con i commensali.

Come non bastasse, dal rapporto intitolato «La food obsession tra rappresentazione dei media e comportamenti di consumo», emerge che continuiamo a coltivare la nostra passione per il cibo in forma, per così dire, virtuale: 14 milioni di noi dicono di guardare i programmi di cucina in tv. Eventi di show cooking, nel gergo delle produzioni televisive: c’è chi ne ha visto almeno uno e chi mente. In più, ben il 66% degli intervistati ammette di cercare ricette online o vedere reel di cucina sui social che però, a quanto pare, fatichiamo a mettere in pratica durante la settimana, se incrociamo questi dati con i precedenti.
Alimentazione e benessere
«Gli italiani risentono dell’accelerazione dei ritmi di vita imposti dal digitale, mentre lo smartphone esercita un’attrazione fatale colmando ogni istante libero», ha detto questa mattina da Bologna Massimiliano Valerii, consigliere delegato del Censis. «Ecco perché è alto il valore che attribuiamo ai momenti di relax, quelli in cui prevale una certa lentezza, in particolare quelli della convivialità a tavola o delle pause di lavoro». Francesco Malaguti, presidente Camst group, si è soffermato invece su come chi fa ristorazione e più in generale welfare aziendale, debba prendere atto di questi cambiamenti e trovare soluzioni per migliorare la qualità della vita dei lavoratori. «Nei contesti professionali – ha detto il manager – emerge chiaramente che una pausa pranzo di qualità è importante per il benessere delle persone, con ricadute rilevanti anche sulla produttività. Il tempo, per noi che ci occupiamo di servizi, è ciò che si può trasformare in valore per sé e per gli altri».