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 2025  giugno 27 Venerdì calendario

Regno Unito, il passato ingombrante della nuova capa dell’MI6: il nonno fu una spia nazista

Sarà la prima donna a guidare l’MI6, i servizi segreti esterni britannici, e il suo nome circola da anni nei corridoi dell’intelligence del Regno Unito come quello di una delle figure più brillanti della sua generazione. Ma oggi Blaise Metreweli finisce sotto i riflettori non per il suo curriculum impeccabile ma per il passato oscuro della sua famiglia: suo nonno paterno, Constantine Dobrowolski, fu una spia al servizio della Germania nazista, noto tra le file del Wehrmacht con il soprannome di “il Macellaio”.
La rivelazione arriva da un’inchiesta del Daily Mail, supportata da documenti d’archivio custoditi a Friburgo, in Germania. Secondo le ricostruzioni, Dobrowolski nacque nel 1906 da padre tedesco-polacco e madre ucraina, e sviluppò un profondo odio verso l’Unione Sovietica dopo che la sua famiglia, di origine nobile, fu sterminata e le loro proprietà confiscate durante la rivoluzione del 1917. Trascorse anni in clandestinità utilizzando identità false, finché nel 1926 fu arrestato e condannato a dieci anni di gulag in Siberia per antisemitismo e attività antisovietica. Liberato nel 1937, si arruolò volontario per combattere appena la Germania diede inizio all’invasione dell’URSS nel 1941. Divenne così il principale informatore del Terzo Reich nella regione di Chernihiv e fu registrato come “Agente numero 30” dalle autorità militari tedesche.
Le prove archivistiche sono inquietanti. Dobrowolski firmava le sue lettere con “Heil Hitler” e, in uno dei documenti, si vantava di aver “personalmente partecipato allo sterminio degli ebrei” e di aver ucciso centinaia di partigiani ucraini. Si parla anche di saccheggi sui corpi delle vittime dell’Olocausto e di comportamenti crudeli nei confronti delle prigioniere. Un dossier sovietico lo definì “il peggior nemico del popolo ucraino” e pose su di lui una taglia da 50 mila rubli, pari a circa 200 mila sterline odierne.
Nel 1943, mentre l’Armata Rossa avanzava verso Chernihiv, Dobrowolski decise di restare nell’Ucraina occupata dai nazisti. Sua moglie Barbara, invece, riuscì a fuggire insieme al figlio neonato, Constantine, nato proprio all’inizio di quell’anno. Madre e figlio trovarono rifugio in Germania e, nel dopoguerra, si stabilirono nel Regno Unito. Lì Barbara sposò un uomo georgiano di nome David Metreweli: Constantine crebbe con lui e ne adottò il cognome; diventando successivamente radiologo e ufficiale delle forze armate britanniche.
Blaise Metreweli, 47 anni, non ha mai conosciuto quel nonno. Ma il suo passato familiare, per anni rimasto nascosto alla stampa e all’opinione pubblica, è oggi oggetto di attenzione. E potrebbe diventare un’arma propagandistica nelle mani del Cremlino, che sin dall’invasione dell’Ucraina nel 2022 ha cercato di etichettare gli ucraini e i loro sostenitori occidentali come “nazisti”.
Il governo britannico ha reagito alla notizia con una dichiarazione ufficiale del ministero degli Esteri, in cui si sottolinea che “Blaise Metreweli non ha mai conosciuto né incontrato suo nonno paterno. Le sue origini familiari sono segnate da conflitti e divisioni e, come accade per molti con radici nell’Europa orientale, sono solo parzialmente ricostruibili”. Nella stessa nota si afferma anche che “è proprio questa eredità complessa ad aver alimentato il suo impegno a prevenire i conflitti e proteggere il pubblico britannico dalle moderne minacce degli Stati ostili”.
Nessuna responsabilità personale, ma di certo un’eredità scomoda. Metreweli, tuttavia, ha costruito il suo percorso su ben altri fondamenti, affermandosi con una carriera esemplare. Dopo la laurea in antropologia a Cambridge, dove fece parte dell’equipaggio vincitore della Boat Race nel 1997, è entrata nei servizi segreti nel 1999, operando per due decenni in Europa e Medio Oriente in missioni legate alla sicurezza nazionale. Dopo l’11 settembre ha lavorato in prima linea nel contrasto alle minacce globali, ricoprendo ruoli anche all’MI5, prima di approdare alla guida del dipartimento tecnico dell’MI6. Dal prossimo primo ottobre succederà a Richard Moore come capo del Secret Intelligence Service.