il Fatto Quotidiano, 27 giugno 2025
Renzi attacca la pm che indaga sui genitori, ma si becca una querela e chiede l’immunità
Sui magistrati che hanno osato indagare lui o la sua famiglia ne ha dette di ogni. Ma ora Matteo Renzi, abbandonati i panni del leone, si trincera dietro lo status di parlamentare: chiede lo scudo dell’immunità (che gli altri aveva sempre sfidato a rinunciare), per salvarsi dal processo per la querela rimediata dalla pm di Firenze Christine Fumia von Borries. Che ha randellato in diverse occasioni, ma una in particolare, quella in cui il Nostro l’ha strapazzata accusandola di aver mancato ai propri doveri pur di inguaiare Tiziano Renzi e Bovoli. Von Borries lo ha citato in giudizio per diffamazione insieme a Mondadori Libri e chiede un risarcimento di 50 mila euro e la sua condanna al pagamento di 12.500 euro a titolo di riparazione pecuniaria. Al centro del procedimento civile le parole che Renzi le aveva riservato in un capitolo della sua fatica editoriale Il Mostro dove aveva adombrato l’ipotesi che Von Borries avrebbe illecitamente nascosto prove decisive per l’assoluzione di papà e mamma Renzi, che erano stati condannati nel 2019 in primo grado per concorso in emissione di fatture per operazioni inesistenti e poi assolti in appello nell’autunno del 2022: nell’edizione aggiornata del libro era comparsa l’invettiva sulla condotta della pm, ma senza aspettare di leggere la sentenza che aveva sì assolto i coniugi Renzi, ma anche “smontato” la tesi con cui Renzi aveva accusato la magistrata. Che però difficilmente avrà soddisfazione: l’11 giugno, il capo di Italia Viva ha chiesto e ottenuto che il Tribunale sospendesse il giudizio per diffamazione in corso a Milano in attesa che si esprima Palazzo Madama, nella speranza assai fondata che quelle parole, allungando come un elastico quanto previsto dalla Costituzione, vengano considerate opinioni di un senatore nell’esercizio della sua funzione. Intanto in tribunale ha già anticipato con quali argomenti convincerà i suoi colleghi senatori a riconoscere che anche le parole contenute nel libro rientrano, benché non pronunciate nell’aula del Senato, tra le opinioni insindacabili destinate a proteggere la libertà del suo mandato di parlamentare: “In numerose occasioni in sede istituzionale pubblica” avrebbe esposto i fatti e “la propria opinione oppositiva e contraria nei confronti della Dott.ssa Von Borries; ciò emerge anche dal contenuto dell’opuscolo ‘Libro Rosso’, oggetto di ampia pubblicizzazione in sede istituzionale”.